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Esecuzioni    

Sospese le esecuzioni contro gli agricoltori sardi

Alcune di queste aziende sono state poste in vendita all'asta - Photo credit to demo_4701 on Stockexchange
10.11.2007 - pag. 50398 print in pdf print on web

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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(Interventi a favore delle aziende agricole sarde in relazione alla grave situazione di indebitamento ed alla crisi del settore - n. 3-01396)

PRESIDENTE. Il deputato Vacca ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01396, concernente interventi a favore delle aziende agricole sarde in relazione alla grave situazione di indebitamento ed alla crisi del settore (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).

ELIAS VACCA. Signor Presidente, signor Ministro, da un mese a questa parte la notizia del giorno sui quotidiani sardi è quella relativa alla situazione drammatica nella quale versano centinaia anzi migliaia di aziende agricole piccole e grandi della Sardegna che si trovano, per usare un termine un po' crudo, strangolate da un rapporto con le banche che ha avuto un'evoluzione terribile a seguito della dichiarazione di illegittimità in sede dell'Unione europea di una legge regionale che concedeva agevolazioni a queste aziende, sulla scorta della quale tali aziende hanno tentato di adeguare ed ammodernare il proprio capitale produttivo.
La situazione è particolarmente grave, e noi ce ne stiamo in qualche modo occupando, nel momento in cui addirittura alcune di queste aziende sono state poste in vendita all'asta; conseguentemente, intere famiglie si sono viste sfumare posti di lavoro ed investimenti in un momento di particolare crisi per l'intera economia sarda.

PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, la crisi socio-economica in cui versano le aziende agropastorali sarde trova la propria origine nel tempo e solo di recente è emersa in tutta la sua gravità. Infatti, gli aiuti previsti dalla legge regionale n. 44 del 1988, resi operativi con ben quattro provvedimenti della giunta della regione Sardegna nel 1992, sono stati estesi a tutti gli operatori agricoli che versavano in condizione di mercato sfavorevoli a seguito di avversità climatiche. Di conseguenza, a seguito di tale estensione, sono state avanzate alla regione Sardegna 7500 domande di finanziamento. Nell'agosto del 1994 la Commissione europea ha comunicato all'Italia l'avvio della procedura d'infrazione ai sensi dell'articolo 93 del Trattato nei confronti appunto della legge n. 44. In riscontro a tale comunicazione l'Italia ha fornito le proprie motivate risposte, ma la Commissione europea, non accogliendo le motivazioni addotte, ha ritenuto di proseguire l'iter della procedura d'infrazione. In particolare, la Commissione europea ha ritenuto che l'Italia sarebbe venuta meno agli obblighi sanciti dall'articolo 93 del Trattato, avendo omesso di notificare le misure di aiuto nella fase di progetto e avendole rese esecutive prima di qualsiasi pronuncia della Commissione stessa. Al termine della procedura pertanto la Commissione europea ha dichiarato illegali gli aiuti; da qui il motivo per il quale ci siamo trovati nella difficile situazione descritta dall'interrogante.
A fronte di questa situazione la Commissione agricoltura nella seduta del 30 Pag. 34ottobre scorso ha approvato una risoluzione con la quale impegna il Governo ad intraprendere con la massima urgenza tutte le iniziative che si rendono più opportune per far fronte alla grave crisi socio-economica in cui versano le aziende in questione. Il Governo intanto si è attivato e, attraverso un tavolo di concertazione che ha visto l'incontro con Banca popolare dell'Emilia Romagna, Banco di Sardegna e la regione Sardegna, abbiamo individuato un'ipotesi di soluzione condivisa, e, grazie a questo incontro che formalizzerà tale ipotesi condivisa nell'incontro del 20 novembre prossimo, noi riteniamo che si possa, non solo bloccare le azioni esecutive, fatto sul quale la banca si è presa l'impegno, ma anche individuare un'ipotesi di rateizzazione e di abbattimento degli interessi che possa venire incontro alla grave situazione generatasi.

PRESIDENTE. Il deputato Vacca ha facoltà di replicare, per due minuti.

ELIAS VACCA. Signor Ministro, sono soddisfatto della sua risposta e dell'andamento dei lavori del tavolo. Apprendo da lei - se non ho capito male - che comunque vi sarebbe già un accordo per quello che riguarda la moratoria sulle esecuzioni in corso, ed è quello che principalmente chiedevano queste persone, queste famiglie e questi imprenditori, in modo tale da potere riadeguare i piani di ammortamento degli investimenti a suo tempo effettuati.
La questione non nasce con il question time di oggi, vi è stata già un'interrogazione proposta dal nostro gruppo, nonché la risoluzione, approvata all'unanimità, in Commissione agricoltura che lei ha ricordato.
Vorrei soltanto dire che la crisi del comparto agropastorale della Sardegna non è un fatto che può avere un rilievo soltanto relativamente alla Sardegna, ma è una crisi che investe il nostro sistema produttivo nazionale.
La Sardegna si sta interrogando su una profonda crisi del modello industriale, che a suo tempo alla stessa venne imposto, e sta cercando alternative di sviluppo economico, di dignità e di lavoro.
Quello che adesso possiamo auspicare è che anche il Paese si renda conto dell'importanza del comparto agropastorale sardo nell'economia globale e che anche in sede di Unione europea si sappia incidere politicamente, poiché non sempre le misure volte a tagliare i cosiddetti aiuti in violazione della concorrenza trovano una risposta e una giustificazione sul piano sociale.
Mi domando che cosa si vuol fare della nostra isola: se non industria, non agricoltura e se il turismo ancora non decolla sufficientemente, allora è bene interrogarsi su quale possa essere lo sviluppo segnato per quella terra (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).


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