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"Quando moriremo, nessuno ci verra' a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili." - Rosario Livatino, giudice



Civile    

Morire a occhi aperti

COLLANA: I Pellicani

PAGINE: pp. 144

ILLUSTRAZIONI: N° No

FORMATO: cm. 14x21

PREZZO: euro 13,00

prezzo: 25172 data: 2006-10 -

01.11.2006 - pag. 50327 print in pdf print on web

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Siamo in tanti a domandarci come moriremo. Temiamo, giustamente, di terminare la nostra vita in uno stato di disfacimento inaccettabile, relegati in un letto, incontinenti, dementi. Abbiamo paura di diventare un peso per le nostre famiglie e per la società. Se siamo stati testimoni di certe situazioni penose, tendiamo a domandarci cosa sarà di noi e ci prefiguriamo gli scenari più drammatici. Come morire? Come mantenere la nostra dignità fino alla fine? L’eutanasia è il solo modo per morire dignitosamente? Decidere di morire è un atto di coraggio? Significa prendere in mano il nostro destino? In realtà raramente ci si accorge dell’inferno che si fa vivere ai propri cari programmando la propria morte. Un sinistro conto alla rovescia, che terrorizza, che paralizza la vita e le relazioni. Una tristezza infinita. C’è un’altra risposta possibile a questo desiderio di essere protagonisti di una morte dignitosa. Avere il coraggio di vivere lo svolgimento degli eventi, anche quando si perde la propria autonomia. Affidare il proprio corpo infermo nelle mani di chi ci ama, vivere questo scambio difficilmente esprimibile in cui la vulnerabilità richiama la tenerezza dei gesti, in cui la fiducia reciproca genera un sentimento di dignità incomparabile. Se c’è libertà nell’anticipare la propria morte, nello sceglierne l’ora, se c’è nel rifiutare il proprio decadimento, ci sono una libertà e una dignità ancora più forti e ancora più belle nell’accettazione a occhi aperti della realtà. Si può così trarre un grande insegnamento, non dalla morte ma dalla vita. Gli ultimi momenti della persona amata possono essere l’occasione per spingersi insieme il più lontano possibile, in un’intimità e in una profondità in certi casi mai raggiunte prima. Si crede di conoscere tutto dell’altro, ed ecco che in questi ultimi momenti emergono tesori di umanità. Nonostante le piaghe della malattia o della vecchiaia, l’essere umano ha ancora qualcosa da trasmettere. L'AUTORE Marie de Hennezel è un’autrice celebre per le sue riflessioni sulla morte, tratte dalle esperienze di accompagnamento ai morenti. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo La morte amica; La dolce morte e Il passaggio luminoso. RECENSIONI «Taranto Sera», 27 novembre 2006 «L’incipit del saggio è di taglio lirico narrativo, ma la trama è filosofica. L’eutanasia secondo l’autrice è oggetto di un clamoroso equivoco perché si assume la parte – la morte – per il tutto, l’uomo. Il punto di vista da cui muove Marie de Hennezel è la valorizzazione della dignità. Laddove dignità significa libertà-capacità-potere di trasformare il dolore in esperienza per sé e per gli altri.» «La vita cattolica», 25 novembre 2006 «Marie de Hennezel […] sviluppa una riflessione profonda sulla morte e sul morire, che è un formidabile messaggio di speranza, compassione e amore. […] Intenso, commovente, mai banale o lacrimevole, con molti spunti per una riflessione etica e sociale attenta e completa.»


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