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Privacy    

Privacy e Iene: ecco le motivazioni

Il provvedimento non prende posizione contro chi ha affermato che i dati raccolti non erano personali: i tamponi erano mescolati con gli altri in modo da non poter risalire a nessuno. Cosi' fonti delle Iene, ovviamente, ma sul punto era opportuno pronunciarsi.

Sicuramente nei prossimi giorni.

10.10.2006 - pag. 29942 print in pdf print on web

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L'Autorità Garante blocca l'uso dei dati per il servizio de "Le Iene"

Raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute. Con questa motivazione l'Autorità garante per la protezione di dati personali ha disposto il blocco dell'uso dei dati personali sulla base dei quali è stato realizzato il servizio riguardante il test sull'uso di droghe effettuato, all'insaputa degli interessati, su 50 parlamentari, previsto nella puntata di stasera della trasmissione "Le Iene" di Italia 1.

Il provvedimento cautelativo dispone, con effetto immediato, "il blocco dell'ulteriore trattamento, in qualunque forma, di ogni dato di natura personale raccolto e trattato nel caso in esame, consistente in informazioni, immagini e risultanze di test ".

Il Garante ha rilevato, anche sulla base di quanto dichiarato dai responsabili della trasmissione riguardo alle modalità messe in atto per il test, che risultano al momento essere stati effettuati comunque trattamenti illeciti di dati sanitari.

L'Autorità ha infatti osservato che le norme sulla privacy risultano violate a prescindere dalla diffusione dei dati attraverso il programma televisivo, poiché una tale grave violazione dei diritti degli interessati si concretizza già al momento della raccolta dei dati.

Nel provvedimento, inoltre, l'Autorità sottolinea che, in particolare per chi svolge l'attività giornalistica, risulta allo stato violato il dovere di trattare i dati per scopi espliciti, di rendere note le proprie identità e lo scopo della raccolta dei dati, e di evitare artifici e comportamenti scorretti.

Roma, 10 ottobre 2006


"Macché censura. Vietata la raccolta clandestina di dati sanitari". Mauro Paissan, componente del Garante privacy, sui test senza consenso

"I deputati sanno difendersi da soli. Un pò meno, ad esempio, un giovane che volesse essere assunto da un'impresa e sul quale qualcuno potrebbe fare un test senza il suo consenso per scoprire se ha fumato uno spinello o, peggio, se il suo Dna rivela la possibilità che venga colpito da una malattia". Mauro Paissan, componente del Garante privacy, commenta l'iniziativa delle "Iene".

"Ciò che è stata vietata dal Garante non è la trasmissione tv ma la raccolta illegittima di dati sanitari, contro la quale si deve essere molto severi. Lasciar passare, con la scusa della trasmissione satirica o della libertà di cronaca, una pratica del genere, significa legittimare quello che può tradursi in una fonte di gravi discriminazioni. Oggi contro chi fuma uno spinello, domani contro il sieropositivo, il malato, la persona predisposta a determinate patologie".

"Le informazioni che i campioni biologici possono rivelare – prosegue Paissan - sono molte e alcune potenzialmente devastanti per la vita delle persone. Perciò no alla raccolta sleale di questi dati, no alla loro conservazione e a maggior ragione no al loro utilizzo. E non si evochi, al riguardo, la libertà di cronaca, che è un diritto assai più serio".

Roma, 10 ottobre 2006 "


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10.10.2006 Spataro

Garante privacy

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