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Detto dall'ex praticante...

Commento sul mondo del praticante. Nota di Spataro: e' un ritratto negativo di quello che talvolta succede. Vorrei leggere pero' anche un praticante che ci racconta la propria esperienza positiva.
28.06.2006 - pag. 29732 print in pdf print on web

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Gent.mo Spataro, espongo un'opinione personale che uso spesso quale risposta ad osservazioni poco "pertinenti" da parte di Avvocati che forse non hanno, o hanno perso, il quadro generale della triste vicenda che, purtroppo, vede molti giovani laureati avventurarsi in un percorso che dovrebbe essere formativo.

La triste realtà è che la maggioranza degli studi legali non può garantire una adeguata formazione perchè è la stessa preparazione del titolare dello studio è carente.

Inoltre molti pensano al sistema che ora noi dobbiamo "subire" per accedere alla professione come ad un'ostacolo alla concorrenza perchè non permette a nuove realtà di nascere.

Ritengo, però, un errore pensare questo e che tale ricostruzione sia un modo per sviare l'attenzione sul vero interesse che permette al sistema di resistere e continuare ad essere difeso così strenuamente dalla classe forense.

Il vero interesse in gioco è la possibilità, da parte di piccoli, medi e grandi studi, di accedere a forza lavoro gratuita che altrimenti non potrebbero permettersi: in spregio di ogni regola viene negata, difatti, una retribuzione ad un'attività che è in tutto e per tutto di dipendenza.

Inoltre la pressione psicologica sul giovane (che osservo indifferentemente, seppur con modalità diverse, sia che si tratti di uomini o donne) che entra in uno studio è ben oltre i limiti della decenza.

Molti poi affermando che la poca professionalità del praticante giustificherebbe lo sfruttamento del loro lavoro: ragionamento meschino e ridicolo.

Sotto la bandiera di questa pseudo-formazione molto spesso si nasconde una nuova forma di schiavitù, basata su leve psicologiche, volte alla dequalificazione della persona.

L'unica ricetta che vedo per migliorare il settore è liberarlo dai vincoli ai quali ora è legato poichè la classe forense ha miseramente fallito nel volersi eleggere a ruolo di formatore.

I maestri ci sono ora come in passato e sempre ci saranno così come, purtroppo, gli approfittatori.

Lasciate i veri maestri liberi, quando vorranno, di far crescere i giovani ma liberate il campo da coloro che li usano fingendosi maestri.

Una ricetta avversata da coloro che, spesso, solo per miopia hanno paura di un tale sconvolgimento che, invece, potrebbe solo far bene.

La qualità del servizio reso ed il ruolo dell'avvocatura potrebbero solo averne beneficio e prestigio.

dott. Luca Ferretti


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28.06.2006 Luca Ferretti

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