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"Ognuno e' un genio, ma se si giudica un pesce dall'abilita' di arrampicarsi sugli alberi, passera' tutta la vita a credersi stupido" - Einstein



Adozioni    

Adozione Mite: mito o bufala?

Le verità nascoste dietro parole improprie e ad effetto che stanno generando aspettative inopportune in molte coppie adottive in tutta Italia

09.10.2005 - pag. 28964 print in pdf print on web

I

Il termine Adozione Mite serpeggia in documenti, relazioni di convegni più o meno seri, rimbalzando nelle interviste che magistrati più o meno competenti rilasciano alle emittenti nazionali. Un termine che rassicura molte coppie, che maternamente abbracciano il desiderio di poter, finalmente, avere un figlio. Se in Italia l’Adozione Internazionale è sinonimo di difficoltà, raggiri, speculazione, mutuo, spese inarrivabili e soprattutto 3 o 4 anni di estenuante attesa, l’Adozione Mite si spaccia per soluzione lampo, a costo nullo, e indolore.

Ma così non è proprio per niente. L’Adozione Mite non è una soluzione facile e realizzabile con serena facilità. Almeno non lo è e non lo sarà qua in Italia . E vediamo di capirne bene , ed in maniera trasparente e completa, i tanti risvolti problematici da nessuno , in questi mesi, espressi chiaramente. L’adozione in Italia è un istituto giuridico che non ha alternative, miti, soft, dolci, dure: l’Adozione è Adozione e basta. Le leggi istitutive, la 184/83 e la 149/2001 non hanno usato mezzi termini o mezze parole, così come è giusto che sia. L’Adozione è perfezionata quando, una volta contestato lo Stato d’Abbandono del minore da parte del Tribunale per i minorenni, i familiari entro il 4° grado non abbiano opposto ricorso o non lo abbiano vinto anche se proposto alla Corte d’Appello e poi Cassazione contro la decisione del Tribunale Minorenni. A quel punto il Tribunale Minorenni individua la coppia idonea all’adozione e procede con la Adozione Nazionale , che è gratuita e definitiva. Il bambino entra anagraficamente e legittimante nella nuova famiglia ,entrando anche nell’asse ereditario.

L’Adozione Mite non esiste come istituto giuridico Quindi l’adozione nazionale è una ed una solamente. Non esiste un’Adozione Mite , soft, lunga, breve, dura o moscia. L’Adozione è perfetta quando il bambino è in stato d’abbandono e da questo stato , conclamato da decreto del Tribunale Minorenni, passa alla coppia adottiva idonea, con ulteriore provvedimento dell’autorità giudiziaria minorile. Ad ogni decreto esiste la verifica da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni; un ulteriore forma di controllo e garanzia nei confronti dello stato del minore. In Italia c’è solo questa Adozione Nazionale. Non ne esistono altre, a parte quelle internazionali. Ma allora che cosa ci raccontano taluni magistrati minorili, taluni leader di Enti Autorizzati, alla ricerca di facili guadagni anche nelle Adozioni Nazionali, dopo il businnes che hanno con quelle Internazionali? Che cosa si raccontano questi fanfaroni ai convegni estivi nella riviera romagnola che ogni anno sfornano inesattezze, statistiche inventate di sana pianta, e con relatori di sempre minor spessore e qualità?

Quanti sono i minorenni che non vivono con i genitori in Italia? E che età hanno? Nelle dichiarazioni che emergono si vuol far credere che esistono in Italia tanti bambini abbandonati e rinchiusi da uomini e donne cattive in tanti Istituti. Le statistiche ufficiali (fonte ISTAT che purtroppo di meglio non c’è) parlavano nel settembre 2004 di 2.800 minori accolti in strutture vecchio stile (Istituti appunto) . Solo noi esperti del settore siamo andati oltre il primo dato , leggendo la seconda voce presente che parlava di oltre il 70% di questi 2.800 (cioè ben oltre 2.100 minori) in età compresa tra i 16 ed i 18 anni. Il restante 30 % aveva un anno fa un’età tra i 13 ed i 16 anni. Nessun bambino , quindi, neanche delle scuole elementari, abbandonato in Istituti squallidi e raccapriccianti in Italia. Da questa inconfutabile verità c’è una certa macroscopica distanza rispetto agli sventolati 30.000 bambini (nell’ideale degli italiani di età tra 1 e 6 ani) che sarebbero in stato di abbandono e quindi, per sillogismo, adottabili da altrettante idonee coppie adottive. Un dato di verità, volutamente confuso, era stato dato dai mass media , scopiazzando male le statistiche ISTAT (anche questa con un’attendibilità non certo rigorosa); in Italia circa 28.000 (ventottomila) minori non erano accolti nel proprio contesto familiare, ma erano affidati a terze persone o strutture. Ma chi sono queste Terze persone o strutture?

Cosa significa che i minorenni sono affidati a terzi? Chi sono questi terzi? Terzi, nella idea del legislatore, sono tutti coloro che non sono genitori naturali. Possono però essere i parenti, ad esempio i nonni o gli zii,a causa di spostamenti per lavoro, per malattia o, purtroppo per la morte di uno o di entrambi i genitori. O anche a causa della reclusione. Possono essere Famiglie Affidatarie, che progettualmente , scelte dal Tribunale per i Minorenni o dai Servizi Sociali competenti, accolgono temporaneamente, i minori con difficoltà familiari. Possono essere poi le Comunità di accoglienza per minori , strutture che hanno nomi talvolta molto diversi ma che si accomunano per accogliere un piccolo numero di minori, di età variabile dagli 0 (zero) ai 20 e passa anni. Queste strutture hanno un menage tipicamente familiare, e sono ubicate in civili abitazioni, normalmente grandi appartamenti, villette o case coloniche ristrutturate. Poi ci sono le case famiglia, luoghi nei quali una coppia residente con i propri figli accolgono un massimo di 3 o 4 minori, sempre residenzialmente. Le altre esperienze, Comunità o Case Famiglie che accolgono minori ed altre tipologie di utenza come tossicodipendenti, malati psichici di maggiore età ecc non sono più ammesse proprio per la necessità di garantire tutela esclusiva ai minori e non gettarli in esperienze confusive . E’ di fatto inopportuno, anche se non esplicitamente vietato, l’accoglienza di minori infra 14 enni nelle strutture che accolgono Pronte Accoglienze, cioè minori di 16-17 extra comunitari , spesso abituati ad una vita extra legge ( ad es nomadi, albanesi, rumeni ) e che in alcune situazioni in Italia hanno abusato degli altri minori accolti . Questi bambini , bambine, ragazzi e ragazze vivono in queste realtà terze per una serie differente di motivi. La prima cosa da chiarire è che non vi arrivano per caso, per scherzo, per fatalità, ma sempre, ripeto sempre, per e con provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile o Ordinaria che così ha deciso ritenendola la scelta migliore per la tutela di quel o quei minori. Se le decisioni prese sono secondo il lettore inopportune ingiuste, beh che chieda chiarimenti ad ogni singolo magistrato italiano. Errori anche loro li commettono, ed anche tanti; ma non si può certo parlare di errore o disattenzione per decine di migliaia di minorenni in Italia. Ed allora , se si è trattata di un decisione ragionata, lucidamente e con competenza, e se quella scelta, cioè la scelta di far accogliere temporaneamente quel minore in quel contesto “terzo” è stata la migliore in quello specifico momento, dove si nasconde lo scandalo dei bambini del limbo di cui tanti buffoni parlano con insistenza.

Ma che storie hanno questi minorenni che non vivono con i genitori naturali a seguito di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Ordinaria e Minorile? Parliamo delle storie di questi bambini , del fatto che appartengono a situazioni familiari davvero difficili e che le loro situazioni familiari, purtroppo, non sono sanabili o risolvibili. Parliamo del fatto che molti di loro sono anche abusati, e vittime di abusi intra-familiari (cioè all’interno del contesto parentale ) e che sono costretti a non incontrare i familiari per lunghi periodi per evitare influenze ed inquinamento delle prove o ritrattazioni. Parliamo del fatto che molti genitori sono tossicodipendenti inaffidabili e che hanno passato una vita con la droga e che hanno fatto vivere ai loro figli un’infanzia terribile. Parliamo delle tante difficoltà legate ai genitori psichiatrici e con psicopatologie conclamate, che senza ombra di dubbio amano i propri figli, ma che hanno, con il tempo sempre maggiori difficoltà educative e relazionali e quindi nella gestione degli stessi. Parliamo delle tante difficoltà e dei drammi umani che esistono da sempre nella società italiana e che ora sono maggiori, più numerose, più evidenti, ma anche più dimenticate. Parliamo del fatto che dell’infanzia in difficoltà in Italia si parla solo a scopo scandalistico. Diciamo di quanto sia difficile per questi bambini e bambine, ragazzi e ragazze , accettare la loro situazione, diversa da quella dei loro compagni di scuola, persino diversa da quella dei loro fratelli o cugini. Loro, incolpevoli vittime, allontanate dalla casa dei genitori, senza che le giustificazioni degli adulti che li hanno trasferiti in altro luogo facciano luce su quella ombra, su quella nuova vita non scelta. Diciamo quanto sia delicata questa fase, e quanto tempo e quanta sensibilità bisogna impiegare per riuscire ad essere considerati “adulti cui dare fiducia”.

E quindi gli Istituti dove spariscono decine di migliaia di bambini del limbo italiano ? Sono semplicemente inesattezze, balle o addirittura favole costruite per dare distorte visoni di una situazione diversa e difficile ed alla quale nessuno presta attenzione. Balle raccontate a volte da magistrati minorili, fatto ancora più sconvolgente. E ritengo raccontino simili panzane anche ai mezzi di comunicazione perché non hanno mai avuto coscienza del loro lavoro, del loro scarso operato. Incompetenti in poltrone delicate. Il vero made in Italy Le raccontano anche alcuni leader di Enti Autorizzati all’adozione, dell’area ciellina, desiderosi di gestire in termini privati e, chiaramente a titolo oneroso, tutto il “traffico di bambini in affido e adozione nazionale”. Delirio di alcuni, ma pare condiviso con il Ministero Pari Opportunità, e con alcuni magistrati minorili della sinistra italiana. Un connubio strano e mortale per la tutela dei minori italiani.

Quando si parla di disattenzione, di dimenticanza, di limbo o di purgatorio per questi minorenni, a che cosa si deve pensare? In primis al potere legislativo ed agli stessi Governi succedutisi negli ultimi 12 anni, che hanno saputo dimenticare le difficoltà dei minori ed hanno solo ridotto gli investimenti per la prevenzione primaria. Tra incompetenza ed indifferenza, il mondo che si occupa dei minori in difficoltà ha sempre dovuto cavarsela sopravvivendo. Quindi parliamo pure di pantano legislativo, e di ignavia di tutti quei nostri rappresentanti alla Commissione Bicamerale per l’Infanzia che in questi 12 anni hanno fatto il nulla per l’infanzia italiana. Non parliamo poi di quella vergogna nazionale che è il Telefono Azzurro. E di tutte quelle organizzazioni che dichiarano di difendere i bambini nel mondo, e che si intascano soldi per nulla fare. Vedete, ad essere un esperto da oltre 22 anni nell’accoglienza di minori, i chiacchieroni lestofanti li si riconoscono piuttosto da lontano. Continuando nella panoramica delle disattenzioni, un’altra grave , enorme responsabilità ce l’hanno gli Enti Locali, i Comuni nello specifico, e le Equipe Multidisciplinari delle Aziende Socio Sanitarie italiane. Mancanza, specie nel sud Italia, di programmi, strutture, personale, competenza. Per non parlare della distrazione dei soldi destinati alle tematiche della famiglia e dei minori finiti in tutt’altro capitolo di spesa, senza controllo da parte dei vari Coreco. I Servizi Sociali delle ASSL che hanno veduto un progressivo , inesorabile taglio dell’organico mai reintegrato. Aumentano le difficoltà sul territorio e si riduce il personale che lo deve fronteggiare: una scelta a dir poco ignobile. Tribunale per i Minorenni : qui tutto è lasciato alla competenza e lungimiranza dei singoli Presidenti e di alcuni Giudici togati. Se i Presidenti funzionano , tutto fila bene: se ci sono dei lazzaroni presupponesti, tronfi buffoni chiacchieroni e perditempo, uomini o donne che siano, molto attratti dall’apparire in televisione a dir fesserie, la cosa si riflette mortalmente sull’intero ufficio. Non a caso, alcuni Tribunali Minorenni di taluni di questi fenomeni da baraccone , navigano in cattive acque : ecco quindi che se li sentiamo dire che il problema dei minori in Italia sono gli Istituti questo denota la loro perspicacia e lascia nel terrore tutti color che dovessero capitargli sotto in Tribunale.

Ma cosa c’entrano i Tribunali Ordinari con i minorenni? C’entrano eccome: separazioni e ricorsi in Corte d’Appello , fanno precipitare i fascicoli di questi bambini e ragazzi nelle aule dei Tribunali Ordinari Italiani, con magistrati ordinari che non hanno specializzazione alcuna nel settore del diritto minorile o del diritto della famiglia. E proprio le Sezioni Minori delle Corti d’Appello, a cui fanno ricorso i genitori o i parenti entro il 4° grado , composte appunto da magistrati ordinari non specializzati, fanno il maggior numero di danni al futuro di questi numerosi bambini. Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi (si parla dell’ 80% ed oltre) questi signori magistrati accolgono anche solo in parte il ricorso delle famiglie di origine, speso abusanti e maltrattanti, impedendo che questi bambini possano mai essere dichiarati adottabili. Questi magistrati delle Corti d’Appello , sezione Minori, emettono provvedimenti (decreti ) che segnano il futuro di questi piccoli minori. Loro, e solo loro, decidono se saranno adottabili oppure no . Loro, e solo loro, emettono spesso prescrizioni ridicole, che negano l’adottabilità dei bambini, che vietano il reintegro dei bambini presso le famiglie d’origine così disgregate e disadattate, ma garantiscono un incontro magari mensile, per non “recidere le radici”con i genitori. I magistrati delle Corti d’Appello sezioni Minori, che con troppa faciloneria adottano fino a 150 provvedimenti in una mattinata (3 ore di lavoro per questi signori che daranno una direzione alla vita dei minori che dovrebbero tutelare) hanno la responsabilità del rifiuto dell’adottabilità di più dell’ 80% dei bambini per i quali i Tribunale per i Minorenni Italiani contestano lo stato d’abbandono. Questa è la vera storia, questa è la magra verità. La poco scandalistica verità: la verità che parla della leggerezza del potere giudiziario che dovrebbe adottare decisioni coraggiose in tutela dei minori. Invece si sceglie di declinare alla possibilità di regalare una famiglia normale a queste decine di migliaia di bambini, senza dar loro una vita probabile.

Ma allora questi bambini possono andare in affido familiare? Certo che si: ma bisogna anche qui fare un distinguo. Molti di loro sono grandi, cioè hanno più di 13 anni. Ed a questi giovanissimi e giovani nessuno li prenderà mai in affido familiare. Alcuni di loro hanno problemi psichiatrici o psicopatologie che non ne fanno soggetti che una famiglia qualsiasi accetterebbe, specie se già con altri figli propri. Alcuni sono fratelli tra loro e questo diminuisce il numero delle già rare coppie affidatarie idonee e capaci in Italia. Altri di loro sono già stati accolti e poi rifiutati da famiglie affidatarie o adottive; e questo li rende molto diffidenti da altre analoghe esperienze. Sono molti più di quello che non si creda. La tipologia delle coppie affidatarie che falliscono è quella di medio alto livello economico, normalmente molto cattoliche, legata ad organizzazioni o gruppi di preghiera. L’Esperienza dell’affido viene infatti vissuta come un salto di qualità nel gruppo di pari. La famiglia si apre all’accoglienza della sofferenza, del disagio , del diverso. Il bambino accolto è un pochino come una pena da espiare. Morale , le coppie riconsegnano in Tribunale Minorenni o ai Servizi Sociali i bambini : la pena da espiare è terminata addossando al bambino la responsabilità del fallimento. Sono molti più diu quanto non si immagini i fallimenti affidatari: non sempre per colpa diretta delle coppie.

Quali sono le cause del fallimento dell’Affido Familiare in Italia ? Che origini hanno i bambini che potrebbero andare in affido familiare? Non una, non poche, non conosciute. I minori che versano in situazioni di grave disagio familiare arrivano ad essere seguiti da un’Equipe dei Servizi Sociali e dal Tribunale per i minorenni sempre molto tardi rispetto alla reale necessità di tutela. Spesso la presa in carico da parte del Servizio Sociale avviene a seguito di una denuncia o segnalazione della Scuola, e della Pubblica sicurezza intervenuta per altre questioni nel contesto familiare degradato. Rilevata la presenza di minori , Carabinieri o Polizia provvedono immediatamente a segnalare il fatto all’Autorità Giudiziaria Minorile. Possono essere denuncie firmate o anonime a pervenire ai Servizi Sociali o direttamente al Tribunale per i Minorenni. Sfatiamo il mito del Telefono Azzurro: sono rarissime le segnalazioni e le chiamate da questo servizio, pressoché inutile, anche se , non si sa bene per quali motivi, così tanto finanziato dal Governo. Questi bambini vengono separati dal contesto familiare d’origine,e collocati in Comunità educative di tipo familiare, cioè case dove un piccolo numero di bambini/e , ragazzi e ragazze (massimo 7) vivono insieme con i normali ritmi di una famiglia. In questa fase il Tribunale ed i Servizi Sociali studiano la situazione cercando di approfondire la conoscenza di quanto accaduto nella casa d’origine dei bambini. I Genitori vengono convocati dal Giudice competente che comunica i motivi dell’allontanamento protettivo dei bambini e comunica ai genitori che cosa ci si aspetta perché le cose possano essere ordinate. In tutela dei minori naturalmente. Questa fase è forse la più delicata per i bambini e le loro famiglie, perché la separazione forzata sollecita angosce , timori, paure nuove alle quali dover dare immediata e concreta sicurezza. Nel frattempo evolve la situazione giudiziaria, o meglio, la famiglia oppone un ricorso contro il provvedimento del Tribunale per i Minorenni alla Corte d’Appello sezione minori. In realtà queste fasi non sono così veloci ed automatiche, e per queste possono passare anche molti mesi. Successivamente a questi aspetti necessari a capire se la famiglia di origine sarà in grado o avrà intenzione di adeguarsi alle sollecitazioni del Tribunale e dei Servizi Sociali. Molti, purtroppo , non ritengono minimamente rilevante quanto accaduto: sono i recidivi, come gli zingari (italiani , rumeni o montenegrini che siano) i tossicodipendenti, quelli con problemi psichici rilevanti che non si lasciano seguire dal Centro per l’igiene Mentale; poi i malavitosi comuni e gli affiliati alle organizzazioni criminose (italiani, albanesi, cinesi, rumeni, medio orientali). Perché questa digressione sulle tipologie delle famiglie di origine dei bambini che sono affidabili? Perché le famiglie affidatarie dovranno fare i conti con questi soggetti. Sarà inevitabile che questi fiorellini di famiglie di origine verranno a sapere via, numero di telefono ed abitudini della famiglia affidataria. Sapranno dove vanno a scuola i figli naturali ed affidatari della coppia. Saranno presenti nel luogo meno opportuno nel momento meno opportuno. Questa è la causa principale di fallimento delle esperienze affidatarie. La troppa ed ingiusta pressione che le coppie affidatarie sopportano completamente sole. E questo peso stritola, massacra. E può condurre, anche dopo alcuni anni di accoglienza, alla chiusura dell’esperienza, anche con grande sofferenza e dolore reciproco (per la famiglia affidataria e per il bambino accolto). Poca, nulla tutela, tutela per altro non garantita perché un bambino che ha già da 6 anni in su è con serenità in grado di riferire alle pressanti domande dei genitori naturali, tutti i dati sensibili e privati della nuova famiglia. Per legge, comunque, l’affido prevede momenti di contatto tra minore e famiglia di origine, e per quanto ridotti e limitati, questio contatti mantengono in piedi i rapporti affettivi ma anche tutte le storture di un rapporto basato quasi sempre su ricatti affettivi ed emotivi: “ tu non ci vuoi più bene, quelli la ti tengono perché vogliono approfittarsi di te o peggio ancora “.. L’affido familiare in Italia è fallito o comunque non ha mai avuto una minima capacità di dare soluzioni reali ai problemi che esistono per questi impossibili intrecci relazionali, che smantellerebbero anche la più solida e longeva vita familiare. Servizi che spariscono all’indomani dell’inserimento del bambino o ragazzo in casa della coppia affidataria, decisioni che i Tribunali prendono senza ascoltare mai le coppie affidatarie che , non hanno titolo e ruolo giuridico. Famiglie di origine che ottengono con la prepotenza e l’arroganza qualsiasi cosa: in Italia è così, lo sappiamo bene.

Ma cosa c’entra il fallimento dell’Affido Familiare con l’Adozione Mite? La domanda vera dovrebbe essere , “ma che cos’è questa Adozione Mite?” ; ma farla senza aver fatto questa minima premessa non avrebbe avuto senso. L’Adozione Mite è: 1. il verniciare con una mano di pittura l’Affido Familiare sine die (cioè senza termine fissato o fissabile) 2. Giungere ad un decreto di stato di abbandono controfirmato dai genitori naturali che però ottengono in cambio di poter incontrare o mantenere i rapporti con i figli 3. un Adozione Nazionale a tutti gli effetti , con l’ingresso nell’anagrafe del bambino nella famiglia adottiva e con la decadenza del cognome originario. 4. una Adozione Nazionale per cui il minore entra , a tutti gli effetti e senza nessun limite, nell’asse ereditario della famiglia adottiva. 5. una Adozione Nazionale di un bambino che ha gravi situazioni di degrado familiare; i genitori possono essere zingari (italiani , rumeni o montenegrini che siano) i tossicodipendenti, quelli con problemi psichici rilevanti che non si lasciano seguire dal Centro per l’igiene Mentale; poi i malavitosi comuni e gli affiliati alle organizzazioni criminose (italiani, albanesi, cinesi, rumeni, medio orientali 6. una Adozione Nazionale dove però la famiglia di origine sa dove andranno i propri figli: se non lo sa subito lo saprà non appena incontrerà il proprio figlio che , serenamente, dirà loro dove vive e tanto altro ancora. 7. una Adozione Nazionale che puzza molto di spada di Damocle, consapevoli poi che apena formalizzata l’Adozione, la coppia adottiva sarà sola con il proprio ruolo, senza altre tutele alle inevitabili , ed intuibili, ingerenze esterne

Ma dove si vuole arrivare con l’Adozione Mite ? Non credo che coloro che hanno ideato questa pantomima abbiano ben chiare le conseguenze di questo parto malato del loro degenerato intelletto. Non hanno chiare le conseguenze per i minori adottati e per le coppie adottive. Si dice una bugia, si racconta una favola e poi chi s’è visto s’è visto. Ci saranno fallimenti, ci saranno successi. Abbiamo preso un coccio bucato, l’abbiamo verniciato e crediamo che le coppie adottive italiane siano tanto deficienti da non accorgersi della patacca che si stanno per beccare?

Badate bene, la cosa è assai preoccupante: molto di più di quello che io sia riusciti a trasmettervi un queste mie righe. Resto convinto della necessità che le Adozioni siano intanto gratuite: sia quelle Nazionali che quelle Internazionali. Resto dell’idea che la proposta di legge n. 4998 del 2004 , autore Alessandro Maria Fucili e lo staff di www.LoretoBambino.it, tra i quali Ennio Montesi, presentata alla Camera dei Deputati dall’On.le Marco Zacchera e da altri 73 parlamentari abbia alcuni elementi fondamentali che abbisognano alle Adozioni Internazionali ed a quelle Nazionali : la gratuità appunto ed il sistema di controllo, che manca in assoluto.

Questa favola dell’Adozione Mite è pericolosa perché priva di ogni senso logico , concreto e di tutela dei minori e delle coppia adottive italiane.

Autore: Alessandro Maria Fucili Mobile 3483340603

www.loretobambino.it www.fucili.org

Questo testo è in regime di Copylef: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata purché l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.


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09.10.2005 Alessandro maria fucili

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