"Quando sai il perche' e il come delle cose poi le vedi in un modo diverso" - Lisa, migrata in Italia e amica del FAI
Sgrena
Sgrena - Calipari: Fini, Ministro degli affari esteri.
Relazione alla Camera
G
GIANFRANCO FINI, Ministro degli affari esteri. Signor Presidente, colleghi, prima ancora di adempiere al dovere del Governo (dal medesimo avvertito come sincero) di riferire doverosamente in aula, non solo ai sensi del regolamento, ma anche della corretta dialettica parlamentare tra maggioranza ed opposizione, sulle notizie in possesso dell''esecutivo circa la dinamica dei tragici avvenimenti che hanno portato alla morte di Nicola Calipari, vorrei anche io ricordare - e la ringrazio, signor Presidente, a nome dell''esecutivo - la figura della vittima (e non perché in questi giorni drammatici non sia stato fatto).
ma unicamente perché non intendiamo in alcun modo esporre al rischio di rappresaglie, che potrebbero comprometterne seriamente e comprovatamente la possibilità di vita, né i nostri connazionali che ancora operano in Iraq - e mi riferisco in particolar modo al nostro personale diplomatico - né tantomeno i cittadini iracheni che hanno collaborato con le autorità italiane, rendendo possibile il raggiungimento del risultato da tutti auspicato e fortemente voluto: la liberazione di Giuliana Sgrena.
paesi mediorientali, ed in particolar modo con quelli che per ragioni geografiche o geopolitiche hanno rapporti e contatti con la complessa realtà irachena.
limitrofe. Per sostanziare con qualche esempio, qualora ve ne fosse necessità, la complessità di quanto accaduto nelle scorse settimane e dunque anche la doverosa cautela con cui il nostro servizio di intelligence forniva le necessarie informazioni, voglio ricordare che il 7 febbraio Giuliana Sgrena veniva segnalata a Taji, a nord di Bagdad; l''8 febbraio in una zona di Bagdad denominata Fadiliya; l''11 febbraio nel distretto di Bagdad denominato Muthariyah; il 19 febbraio in una località individuata attraverso coordinate geografiche non meglio precisate; il 23 febbraio nel villaggio di Ibraim Ali. Tali segnalazioni sono state, come era doveroso, scrupolosamente verificate, anche attraverso dispositivi di intelligence tecnologica, che erano già stati dispiegati in quell''area e che avevano in altre occasioni reso possibile il raggiungimento della certa ubicazione del luogo di detenzione.
Non abbiamo mai valutato l''opportunità di procedere a quella che viene definita l''opzione militare, mentre, nella responsabilità dell''Esecutivo, nella certezza di adempiere al mandato che il popolo italiano dava al nostro Governo, abbiamo ritenuto doveroso continuare tutta una serie di contatti, dando vita ad alcune iniziative di tipo politico e diplomatico, di convincimento dell''opinione pubblica del mondo arabo musulmano e di diretto intervento presso autorità religiose del mondo musulmano. Abbiamo dato vita a tutta una serie di iniziative che, da un lato ha consentito di verificare la sterilità di alcune piste e di alcuni canali, mentre dall''altro lato, ha dato finalmente la possibilità di individuare quello che poi si è rilevato il canale giusto per giungere alla liberazione di Giuliana Sgrena.
funzionari dei servizi italiani, il dottor Calipari e l''altro funzionario di cui, per ovvia e doverosa riservatezza, non si fa il nome; a bordo vi era Giuliana Sgrena; non vi era un terzo funzionario dei servizi se non all''aeroporto di Baghdad.
di cemento da tempo noti all''interessato. In quel momento, per tutte queste circostanze sopra descritte, l''autovettura viaggiava ad una velocità che non poteva essere superiore ai quaranta chilometri orari. A circa metà della citata curva, è stata accesa una luce molto forte, simile ad un faro, in una posizione sopraelevata rispetto all''autovettura e ad una distanza di circa dieci metri, probabilmente sul bordo destro della strada.
Alla conseguente frenata e al pressoché immediato arresto dell''autovettura sì è registrata un''azione di fuoco probabilmente sviluppata da più armi automatiche della durata di circa 10-15 secondi; le raffiche hanno raggiunto l''automobile sul lato destro e il conducente ha notato colpi traccianti, e pertanto visibili, passargli davanti al petto e sopra le gambe. Immediatamente dopo gli è stato intimato da alcuni soldati statunitensi, strettisi intorno all''auto, di scendere dalla stessa. Il nostro ufficiale è stato fatto inginocchiare a circa 10 metri dal mezzo e, nonostante l''uso della lingua inglese, è riuscito con difficoltà a presentare se stesso ed il proprio collega come appartenenti all''ambasciata italiana, soggiungendo che la donna trasportata era la giornalista rapita. In particolare, durante questa concitata e tragica fase due giovani soldati americani si sono avvicinati al nostro funzionario e, con fare sconfortato, hanno chiesto ripetutamente scusa per l''accaduto. Dopo qualche minuto, il funzionario ha appreso e poi si è reso personalmente conto dell''avvenuto decesso del dottor Calipari e del ferimento ad una spalla di Giuliana Sgrena. Trascorso un non breve lasso di tempo, Giuliana Sgrena è stata fatta salire su un mezzo militare americano in direzione dell''ospedale, nella cosiddetta «zona verde», ed è stata dopo 15 minuti seguita dal nostro funzionario risultato ferito al braccio destro.
che lo ha raggiunto alla testa, abbia coperto con il suo corpo quello dell''ostaggio e che, con questo gesto, le abbia salvato la vita.
Pretendere verità e giustizia - verità e giustizia - è un dovere verso cui il Governo intende continuare ad orientare la sua azione, anche perché abbiamo avuto piena, ribadita, esplicita volontà di collaborazione.
improprio. Infatti, non penso che vi possa essere alcun argomento per dimostrare che Giuliana Sgrena è stata sequestrata in quanto italiana. Non è stata sequestrata perché abbiamo una forza militare a Nassiriya; è stata sequestrata secondo un obiettivo ed una strategia che riguardano in qualche modo tutto l''Occidente, forse il mondo dell''informazione e tutti coloro che sono, a vario titolo, in quel paese martoriato. 08.03.2005 Spataro Camera Link: http://www.camera.it
|