Ma ogni limite è diverso per qualcuno.
Dopo anni di inviti a comprendere gli aspetti tecnici per quello che sono, ora il mondo dell'informatica italiana dice basta protestando apertamento contro leggi, regolamenti e interpretazioni che, usando un comma, cambiano il senso della realtà.
Oggi questo limite è unanimente superato.
Non c'è dubbio che il provider, di connessione o di hosting, non risponde fino a contestazione di quello che passa sui dispositivi gestiti.
Lo si ripete dai primi studi degli anni '80, fino alla direttiva ecommerce, e poi in ogni normativa successiva.
Quello che alcune leggi più recenti stanno introducendo è un sospetto presunto che obbliga controlli preventivi o istantanei, senza contestazione, dietro indicazione di una autorità, senza la valutazione di un giudice oggettivo.
Che Agcom abbia a cuore solamente gli interessi dei titolari del copyright, ignorando attivamente le richieste di buon funzionamento di internet, è documentale in tutti i provvedimenti, le dirette, le dichiarazione dei rappresentanti degli editori.
Ricordo che IusOnDemand produce contenuti ed è vittima di pirateria, ma ripete: "non in mio nome" bloccherai un intero ip address per fermare uno stream o togliere un singolo contenuto dal web.
E' come impedire di pubblicare qualsiasi periodico del gruppo se un articolo del settimanale è risultato un plagio. Capitanio giustifica questo come indispensabile perche': "un incendio di proporzioni devastanti" che allude alla crisi finanziaria del calcio italiano, che ha il bottone sul blocco degli ip asseritamente usati per fare stream di dirette live.
Nonostante non sia previsto, l'ip torna accessibile dopo il minuti consentito per la correzione, con una procedura che nessuno degli altri servizi che in questi anni sono stati coinvolti abbiano potuto accedervi. Una preferenza per Google che ancora non è stata giustificata. Di piu': il ticket di blocco non è più disponibile online, e non viene spiegato chi e come e perchè si sia potuto rimuovere, rivelando una gestione manuale possibile e utilizzata, pur sconosciuta.
Ora Codacons e Assoprovider, che da mesi (o anni) si scontra con Agcom, hanno adito le vie legali.
Agcom dice di operare secondo DSA e le leggi del Parlamento Italiano, senza essere responsabile di chi usa la piattaforma cortesemente sviluppata da una azienda legata allo studio legale Previti e regalata dalla Lega Calcio ad Agcom.
- Codacons ha chiesto il sequestro della piattaforma piracy shield.
- Assoprovider: Piracy Shield: Assoprovider presenta un esposto alla Corte dei Conti per possibile danno erariale
Al centro l'idea dei segnalatori attendibili, 19 soggetti che chiedono tempo per essere formati sugli aspetti legali e tecnici, ma che hanno il bottone per spegnere qualsiasi ip, anche di ospedali e istituzioni.
Visto che da parte di chi deve gestire non c'è ascolto per un problema esistenziale per internet, internet reagisce. Questa volta non con codice sorgente, ma con codici contro chi scrive altri codici.
Le leggi sono al servizio della convivenza civile di un popolo. Al servizio delle persone.
Invocare solo una norma ignorando tutte le altre non è mai una scelta efficace.
Chissà se sapremo mai come è stato rimosso il ticket, da chi e perche'.
Attenzione anche al carcere per gli ISP introdotto nel decreto omnibus.
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Roma, 22 novembre
L'Associazione Assoprovider ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti di Roma riguardante il sistema Piracy Shield, adottato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
L'esposto chiede di accertare la sussistenza di un eventuale danno erariale e la congruità dell'azione dell'Agcom nella gestione delle risorse economiche relative al Piracy Shield.
Il presidente di Assoprovider, Giovanbattista Frontera, afferma: «Chiediamo trasparenza e responsabilità nell'uso delle risorse pubbliche e nella gestione di un sistema che impatta significativamente sulla rete internet italiana».
L'associazione ribadisce di essere stata l'unica a opporsi tempestivamente all'implementazione del Piracy Shield, nonostante le sue preoccupazioni siano rimaste inascoltate. I rischi anticipati si sono concretizzati con l'incidente del 19 ottobre 2024, quando il sistema ha erroneamente bloccato l'accesso a Google Drive.
Assoprovider rileva che solo ora la politica e gli stakeholder sembrano prestare attenzione alle criticità segnalate. L'associazione chiede una revisione approfondita del sistema Piracy Shield e maggiori garanzie per prevenire errori futuri.
Con questo esposto, Assoprovider prosegue la sua azione di tutela degli interessi del settore e dei cittadini, riservandosi di intraprendere ulteriori azioni legali su eventuali profili amministrativi e penali della questione.
Chi è Assoprovider: Assoprovider è una Associazione Indipendente di aziende che svolgono l'attività di Internet Service Provider (ISP), o comunque una attività inerente lo sviluppo di progetti di business attraverso l’utilizzo organico della rete Internet. Nata nel Luglio 1999 si prefigge di combattere le logiche di potere e di spartizione dei grandi carriers e delle compagnie di telefonia fino a diventare l’Associazione più rappresentativa in termini numerici dei Service Provider italiani. Info: https://assoprovider.it/
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