Il termine gemello digitale è sicuramente uno dei più abusati.
Da una parte il gemello digitale è un simulatore di noi nel web, nell'informatica; è un simulatore di una situazione, di un contesto, di un evento.
In questa accezione è ottimo per il debug. Si crea una rappresentazione e si vede cosa succede.
In realtà il termine è usato oggi in senso dispregiativo: indica come noi siamo rappresentati nel web e come ci vedono le piattaforme e i pubblicitari, indica ogni ipotesi di sorveglianza a distanza di tipo sia reale che distopico, fantasiosi, complottistico.
Insomma: è un termine troppo abusato perchè contenga un vero significato. Contiene paure.
In realtà qualcuno si spinge oltre: metti una rappresentazione di te, matematico, aggiungendo competenze di scultura: cosa diventi ? Simuliamo sul tuo gemello digitale cosa diventi.
O più semplicemente: prova a vederti come sarai fra 30 anni, invecchiato e canuto.
Insomma, attorno al termine, che nasce con intenti sperimentali intelligenti, ormai si usa ogni accezione negativa raramente documentata.
Ideale per descrivere i deep fake: la AI crea un video con la tua faccia e il tuo tono di voce che dice le cose che non avresti mai voluto dire, per farti perdere le elezioni.
Qui mi fermo.