Chiunque ha un antimalware, un antivirus, e vari tool di firewall, sa che attinge da liste pubblichi gestite da volontari che si automoderano e offrono link per bloccare rapidamente alcuni siti.
Le liste di siti bloccati sono varie: profilazione, governativi, promozionali, frodi, pedofilia. Tutte utilissime.
Ma se fosse il Governo a imporre l'uso di liste create da dal Governo e gestite da loro ?
Banca d'Italia e IVASS, come anche gli editori italiani insieme ad AGCOM, sarebbero ben contenti di bloccare banche finte, assicurazioni non autorizzate, siti che violano il copyright. Bloccare inaudita altera parte.
I meccanismi di blocco governativi sono incompatibili con una dialettica normale contenuti invece nei siti che gestiscono blacklist.
La Francia si pone nella direzione della censura nel nome della legalità.
Quando mai si vede una legge che blocca l'entrata a tutti i negozi ? Non esistono procedure giudiziarie caso per caso ? Il web ovviamente è internazionale, le truffe provengono anche dall'estero, ecco quindi la scorciatoia: imporre a dns e browser di bloccare l'accesso a questi siti.
Pazienza per chi ha le vpn.
Insomma: una sicurezza preventiva imposta dall'alto con la scorciatoia mediatica di far rispettare la legge a tutti. Certo. Ma anche il Governo sbaglia. E allora ? Le procedure nicchiano, così come Gutember in Italia è ancora bloccato per colpa degli editori.
Insomma: il "pubblico" ha capito che può controllare la rete. E vuole farlo per il bene nostro.
E' solo un modo di vedere la democrazia: "siete protetti da noi", o "vi aiutiamo a proteggervi".
Voi cosa preferite ?
Nella foto, sempre in Francia, la gestione della sorveglianza di massa tramite riconoscimento facciale è sotto accusa.