Tutti i dati di tutti online ? Ed ecco gli effetti di comportamenti individuali che potrebbero persino essere estrani al gdpr, che non si applica agli individui.
Il doxer è colui che raccoglie dati su qualcuno per pubblicarli e causargli almeno disturbo. Il doxing (da dox, documents secondo Wikipedia) è il pubblicare dati di altri.
Kaspersky indica alcuni comportamenti:
- tizio fa jogging e condivide la posizione. Avviene un reato, le persone lo incolpano pubblicamente
- caio trova alcuni vip che insultano la figlia, e li scopre rivelandoli in rete
- sempronio è al lavoro, ma con l'auto della figlia capita un incidente, e lui e la sua azienda vengono insultati
Si tratta di casi nei quali la pubblicazione serve a indicare al pubblico ludibrio qualcuno. Si tratta di attività di dossieraggio finalizzata al pubblico discredito.
Una attività di doxing è stata fatta, a strascico e senza effetti, per i sostenitori di Trump davanti al Congresso americano: hacker avrebbero raccolto i dati dei telefonini in zona e raccolti per individuare rivoltosi. Non se ne è fatto nulla.
L'attività di condividere tutto online è diventata troppo pericolosa, non tanto di fronte ai comportamenti vietati dal GDPR, quanto per quello che chiunque può fare.
Potrebbe essere un punto di svolta che questi comportamenti abbiano un nome. Secondo alcuni avevano un nome già tanti anni fa in contesti più piccoli, la differenza è l'uso del dossieraggio su strumenti di amplificazione di massa, per causare più danno.
Tipicamente potrebbe rientrare anche l'attività di verifica della coerenza di dichiarazione fatte nel passato, per delegittimare le più recenti prese di posizione.
Aggiornamento
Avevo ipotizzato che dare un nome a questo comportamento fosse l'inizio di un nuovo fenomeno. Leggo su guerredirete che in Myanmar vi è un governo che controlla tutti i cittadini, anche con il pretesto del rispetto di comportamenti socialmente decorosi: per una donna essere accusata di essere frivola significa ricevere immediatamente minacce da privati, ma anche essere arrestata entro 24 ore.
Questo approccio, la raccolta di recensioni online, commenti sulle piattaforme, e dei messaggi nei gruppi, viene già usata da giudici per fondare alcuni provvedimenti, o per aggravarli.
Qualcosa che fa rimpiangere la prudenza composta dei magistrati di fine millennio, meno giustizialisti e più umili a risolvere un caso concreto senza farlo diventare un caso esemplare, cosa che invece facevano solo i giornali per criticare o esaltare le condotte dei singoli magistrati giustizialisti. Ricordo ancora i danni personali a chi condusse le indagini per il lancio di sassi sulle strade, per i quali peraltro cercò i riscontri in immagini satellitari, tracciamento di telefonini, testimonianze, fino a rendersi conto che non aveva prove contro coloro verso i quali si era scatenato.
Insomma: doxing e stalking sembrano facce della stessa medaglia: l'intolleranza verso lo sconosciuto in nome del sentito dire, che diventa il giustificante di reazioni moralmente ragionevoli. Se lei è promiscua, è giusto che paghi. Come tante volte detto, l'online non rappresenta altro che comportamenti che gli uomini tengono anche nel mondo fisico. Così come il sessista al bar cerca consensi, davanti al magistrato non sarà così esplicito: tutti confidano di qualche contesto come meno attento a identificare chi racconta balle.
La DSA impone dei comportamenti virtuosi. Ma siamo sicuri ? La DSA, Digital Service ACT art. 16, impone di documentare e fondare in diritto ogni protesta che le piattaforme devono ascoltare. Vedremo se sapremo limitare gli abusi di uno strumento corretto.