Giustizialisti e garantisti. Uno scontro epico, nella penna di Liana Milella autrice su Repubblica di un post di bel giornalismo (link alla fonte).
Il tema è questo: una volta inoculato, il trojan può fare quello che gli pare ?
Chi vuole i corrotti in carcere dice di si', quindi il trojan può semplicemente estrarre tutti i dati senza le garanzie di una perquisizione (in presenza dei consulenti della parte) e usare i dati contro l'indagato.
Chi vuole una polizia di stato e non viceversa chiede che ci siano garanzie durante l'acquisizione dei dati, in modo che non possano essere alterate.
Capita più spesso di quello che sembri. Troppo spesso. E il consulente d'ufficio non deve essere arbitro di altri senza controlli.
La decisione finale è che per i dati contenuti nel telefono ci debba essere una perquisizione, quelli acquisiti in tempo reale basta la decisione di inoculare i trojan.
Buon compromesso, resterà agli atti in sede di interpretazione della legge.
Si noti, nel senso delle indagini a distanza, l'opportuna sottolineatura di Andrea Monti.