Trump si dispiace di usare Twitter. Lo dice pubblicamente. Vorrebbe ripensarci ma ormai ... Dice. Così chi lo critica ha le armi spezzate: "Come, non vedi, si è scusato !". L'importante è dire quello che le persone vorrebbero poter dire per continuare a pensare come sempre.
Argomentare è sempre più difficile, e non è questo quello che conta online, nè fisicamente. Ognuno ama la propria bolla più di un vicino che la pensa diversamente che impone confronto e sforzo.
Ognuno vuole nuovi argomenti solo per continuare a confermare le proprie idee, cambiarle, no !
Tutto sembra, fin qui, avere un suo senso.
Poi arriva la notizia: Facebook dà spazio a Trump per attaccare Twitter. Pubblicità denigratoria, vietata in qualsiasi mondo, ma sul web le autorità che si occupa di pubblicità esitano ancora ad applicare i meccanismi per la pubblicità commerciale anche alla comunicazione elettorale.
Cosi', nel silenzio dei giudici e degli avvocati che non lo chiedono, (per ora):
- nessuno applica la normativa antitrust (correggo, ora viene chiesta);
- nessuno applica le regole della comunicazione pubblicitaria alla comunicazione elettorale;
- nessuno applica i reati informatici agli autori di data breach.
Dopo anni, finalmente l'abuso di posizione dominante viene ipotizzato è applicato.
Ci sono voluti 15 anni da quando ai convegni di AIDA a Pavia se ne parlava.
Possiamo pazientare altri 15 anni per vedere applicarsi le norme della pubblicità a quella elettorale; e 15 per indagare gli autori di reati informatici prima di provvedere contro i titolari di dati personali che subiscono data breach. Se poi non si aiuta le vittime, ma le si criminalizza, come fanno certi interpreti ben più delle autorità, bisogna riconoscerlo, sarebbe un vantaggio per tutti.
Ma questo in un mondo perfetto.
Per ora ci dobbiamo tenere Trump e i social.
A settembre si vota in Italia. Lo sapete vere ? Costituzione, amministrative regionali e comunali. e anche qualcos'altro... Ma i media tacciono.
Dimostrando senza dubbio un problema grosso.
Grosso e grasso quanto questa democrazia che cola.
Balle ? Ecco la conferma sul Guardian, come segnalato da Techcrunch: Q&A with Yaël Eisenstat, who was briefly hired as Facebook's global head of elections integrity in 2018 and, she says, intentionally sidelined from the start.
Questo dovrebbe togliere ogni dubbio se sia cospirazione. Sono fatti.
"Yaël Eisenstat was a CIA officer for 13 years and a national security adviser to vice president Joe Biden. Between June and November 2018, she was Facebook’s global head of elections integrity operations, business integrity!"
Assunta, non si è mai potuta occupare degli effetti di Facebook sulle elezioni.
Ci sono persone che "genuinely do not want the platform to be manipulated by bad actors to play elections, but I was hired into the area that actually is the money-making machine, the advertising side of it".
Eh. si paga anche in Italia la libertà di parola.