La storia dell'imprendiro definito nuovo paziente zero che consapevolmente ha viaggiato all'estero per infettarsi, ha partecipato a matrimoni, a campus estivi, si è rifiutato di ricoverarsi, e ha continuato ad andare in giro, è l'ennesima balla.
Fake news.
Le peggiori sono quelle giornalistiche, che dovrebbero essere verificate.
Nome, cognome, azienda: tutti i dati di chi l'ha accompagnato al pronto soccorso, oltre che i dati personali propri, sono tutti sbattuti sui media e enfatizzati.
Tanto che la notizia sembra troppo perfetta per essere vera.
E timidamente arrivano alcune smentite, salvo poi aggiungere che comunque nella zona ci sono stati allarmi proprio in quei settori dove gli amici lavoravano anni prima.
Insomma, una montagna di immondizia.
Pensate se tutti avessero avuto la app.
Dati personali dei "vicini" protetti, ma avvisati. Come ? Sarebbe stato detto loro che il rischio era elevato e perche', senza svelare i dati del contagiato ?
Si sarebbe potuto dire che quel tal posto, a quell'ora, è stato un focolaio ad alto rischio ? No.
La app protegge i dati personali, e fa bene.
Ma quello che manca è un protocollo nazionale. Il Veneto, nel giro di poco sa tutto della persone, dei colleghi, dei luoghi frequentati, e riesce ad avvisare tutti per l'isolamento.
E' un successo. App o non app.
Continuo a sentire parlare male della app. E' stata fatta bene, se ne facciano una ragione. Che possa peggiorare, diventare anche uno strumento per gestire la cartella sanitaria, è stato escluso dal Garante Spagnolo espressamente, in Italia in forma generica ma chiara, nonostante gli accordi con la Protezione Civile. Possiamo anche (e dobbiamo) preoccuparci per i trattamenti organizzati da Gapple, o Facebook, Instagram, Google maps, questo si'.
Manca un modo di segnalare i focoloai sul territorio (la tal festa, la tal azienda): limitare i dati per provincia è ridicolo.
Per far funzionare tutto basterebbe ascoltare i medici di base e di primo intervento.
Teniamo duro. Le attuali soluzioni di compromesso sono eccellenti perchè nessun altro, prima di noi, è partito fattivamente, e ci stiamo riflettendo insieme tutti, terroristi della privacy compresi.
Ma ci vuole una visione semplice e chiara di come individuare i focolai subito. Basta principi e criteri, ora soluzioni.
Altrimenti le fake news, che prosperano sulle informazioni ab origine incomplete, metteranno all'untore altri italiani, cinesi o serbi che siano.