E' nei primi giorni di inizio delle vacanze che vengono scritti i testi istituzionali più ricordati dalla storia.
Oggi l'Agcom aggiunge un tassello veramente interessante, in una prospettiva di tutela dell'economia e degli interessi nazionali, parafrasando il comunicato stampa.
Si fanno i conti ai big oltre oceano, e si raffrontano con i più modesti italiani, ben lontani da ogni più rosea immaginazione.
E' così che finalmente l'Agcom scopre quanto guadagna Google, Apple, Amazon, ma anche Netflix con quote di mercato così ampie.
Una osservazione assai fine, che dimostra tutta la sensibilità dell'Agcom a mantenere una economia aperta al mercato, senza abusi di posizioni dominanti.
Straordinario rendersi conto che le piccole aziende faticano a farsi spazio in questo mercato. Era ora che qualche autorità si accorgesse delle distorsioni della concorrenza.
E' un vero peccato che l'antitrust non si accorga invece di quanto fanno tali operatori nel distorcere le comunicazioni private e pubbliche, abusando degli strumenti promozionali degli operatori delle telecomunicazioni.
L'Agcom riesce anche anche ad occuparsi dei dati personali dei quali evidentemente ci si è persa attenzione per l'introduzione del tanto complesso e disatteso GDPR. Era ora che l'AGCOM quantificasse il valore dei dati personali.
Comunque è sicuramente colpa di una visione miope dell'antitrust che non sa occuparsi anche di comunicazioni online, come dovrebbe da tempo, pur limitandosi alla sola tutela dei consumatori in tutte le truffe e l'ecommerce.
Forse sbaglio, abbiate pazienza. Una volta avevo capito le competenze delle due autorita'. Con un pò di fortuna la Siae potrà aiutarle a definire meglio le proprie competenze, e il quadro sarà più chiaro.
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