Mille password.
Impossibile sopravvivere ad esse. E ormai le doppie password si sprecano.
Al link una segnalazione in attesa di conferma leggendo il testo della sentenza.
La banca dovrebbe provare che è colpa del correntista l'accesso con le credenziali rubate, e non presumerlo.
Sicuramente si arriverà in Cassazione se non viene transatta.
Aggiornamento.
L'idea è semplice: per la privacy è il gestore, che detiene i dati personali, a dover dimostrare di aver fatto tutto il possbile.
In materia di Bancomat l'arbitro bancario si è pronunciato più volte qui.
In caso di clonazione l'arbitro richiede vengano utilizzate le procedure di sicurezza più ovvie (prelievi dall'estero non autorizzati), in mancanza condanna la banca (emittente).
In caso di PIN e blocco tempestivo le decisioni sono diverse. Questa di rigetto. In breve se la banca si attiva rapidamente sembra che non vi siano colpe attribuibili ad esso, secondo l'Arbitro Bancario:
"Non di meno va osservato che, benché il servizio sms-alert non fosse operativo perché non sottoscritto, l’intermediario sia comunque intervenuto con tempestività mediante un contatto telefonico grazie al quale, comunicando l’anomala successione di prelievi (contatto peraltro avvenuto con un lasso temporale minimo rispetto ai prelievi fraudolenti), si è consentito alla ricorrente di avvedersi della frode consentendo il successivo blocco della carta"