Formato proprietario è il formato .doc. Il formato .gif. O il formato .pdf.
I formati vengono realizzati sempre da qualcuno che quindi ne è proprietario. Solo quelli che nascono da autori che rinunciano ad ogni diritto disponibile (quelli patrimoniali, di distribuzione, di modifica, di traduzione, etc etc) sono formati totalmente aperti. Tra questi l'indiscusso .ogg (per l'audio) e il .ogv (per il video, ma messo in discussione da taluni). Per i video c'è anche l'xvid.
Il successo di un formato deriva dalla sua apertura all'uso e al supporto da parte di terzi.
Pensate di dover pagare per ogni volta che ascoltate un mp3. Nessuno lo userebbe. Così anche i formati proprietari chiusi in realtà sono aperti sotto alcuni aspetti.
Emblematico del successo (o insuccesso) fu il .gif. L'azienda che ne detiene i diritti disse che avrebbe chiesto una fee agli sviluppatori. Nel giro di poche settimane uscirono applicazioni supportando il jpeg che è aperto (basato su un algoritmo di compressione aperto, lzh o lha per Amiga, per coloro che ricordano i vecchi tempi).
Quindi il formato è importante per l'ordine nel quale i dati sono registrati e per la compressione dei dati per avere file più brevi.
Una vecchia direttiva europea, lo dico con ironia, impone la libera interoperabilità tra i formati. Il produttore deve garantire a terzi la possibilità di realizzare altri player / viewer spiegando il formato. Se non lo fa, gli altri produttori possono aprire il software e vedere come funziona. Questo anche se gli americani nelle loro licenze dichiarano sia vietato.
Il successo di un formato deriva anche dal successo di una piattaforma.
Mov e il formato aac derivano dalla forza di Apple di imporre i propri standard nella musica. Sony propose nei nuovi walkman un nuovo formato, ma nessuno lo usò anche se ottimo tecnicamente.
Quindi la diffusione del formato spinge ad un maggiore uso. Tuttavia troppe limitazioni portano all'insuccesso, prima o poi.
In congiunzione con hardware può essere oggetto di brevetto; negli USA forse in modo molto più ampio anche senza hardware.
Sta di fatto che per il successo di un formato va pianificato il lancio e lo sviluppo. Alcuni favoriscono i piccoli sviluppatori conferendo gratuità fino ad un certo limite di fatturato. Altri limitano le loro richieste là dove possono arrivare.
Altri invece, i patent troll, intentano cause nella speranza di fare propri formati aperti asserendo brevetti che, per la loro genericita', possono coprire anche le applicazioni più comuni. Le grandi imprese di solito chiudono prima di una decisione giudiziale, al di là di ogni ragionevolezza giuridica, valutando il tema sotto il profilo solo commerciale.
Insomma: un formato proprietario in realtà è frutto del suo tempo ed è raro che vi sia una vera innovazione, una vera creativita', avulsa dal mondo che l'ha sviluppato. E per questo si può discutere all'infinito, e per questo si invoca da più parti una riforma per evitare di dover presentare brevetti difensivi che poi le società dichiarano di non usare per ottenere privative del mercato.
Un pò come certi formati video che vengono affermati proprietari ma poi concessi a determinate condizioni gratuitamente. Più di recente i produttori si riuniscono in consorzi per gestire e difendere i formati all'interno i consorziati con accordi che possano essere soddisfacenti per tutti, e vietare ai terzi di sviluppare formati concorrenti.
Un interessante confine è quello tra formato e protocollo. Il protocollo potrebbe essere definito come un formato di distribuzione tra macchine, un formato per la distribuzione.
Sui singoli formati è utile leggerne la storia su Wikipedia, al link sotto indicato.