Secondo Cardani di Agcom una istituzione non può creare censura.
Chi li critica sono pirati o un piccolo manipolo di difensori dei diritti civili.
Io non so quanto sarà censura, io so solo che il regolamento stravolge le regole di diritto.
Non stiamo parlando di diritti civili, ma di tripartizione dei poteri di uno Stato che ha delle regole superiori e altre dello stesso livello al diritto d'autore.
Non ha mai saputo rispondere alle critiche di diritto che in tanti (non pochi, mi dispiace per lei) hanno notato.
La tutela del diritto d'autore non merita esigenze di celerità amministrativa. Dare all'esecutivo poteri decisori veloci su un diritto ordinario è come dare ai prefetti il diritto di decidere sulle locazioni o sui decreti ingiuntivi.
E' qualcosa che persino l'Ordine degli avvocati di Milano ha già condannato.
Ma soprattutto è cambiato il mondo, da quando l'impostazione del regolamento è stata scritta.
Oggi i contenuti legali sono talmente tanti, e gratuiti, grazie agli accordi tra le parti, che questa esigenza di velocità è disattesa nei fatti. E' più facile ascoltare musica alla radio e su youtube che scaricarsi canzoni dal p2p, per esemplificare.
L'urgenza tanto asserita non c'è piu'. Ne prenda atto. E non la utilizzi per proporre regole che danno all'esecutivo compiti esclusivi della magistratura.
Si chiama Costituzione. Non solo diritti civili.