Ognuno a casa propria è libero di fare quello che vuole, se non danneggia altri.
C'è una lunga storia dietro ai criteri di indicizzazione dei siti internet.
Ricordate il progetto odp ? No.
Open Directory Project, il wikipedia dei link, quando ancora wikipedia non esisteva.
Chiunque poteva segnalare ed editor potevano moderare le segnalazioni.
Tutto open, sia il codice sorgente del sito che i dati.
Così si poteva installare un clone di odp sul proprio server liberamente, al volo, cambiando la grafica se desiderato.
Lo feci. Erano i primi degli anni 2000, su un sito secondario, usato come repository di software.
Dopo anni mi accorsi che il dominio era stato bannato da un motore di ricerca.
Non mi interessava più di tanto, quindi lascia perdere, anche se il dubbio rimase.
Ad un certo punto lessi che non era apprezzato usare contenuti organizzati in indici.
Tolsi odp, e dopo poco il sito tornò ad essere indicizzato.
La lezione: mi fu vietato di usare un archivio open source.
Anni dopo vedo un sito che so essere utilizzatissimo sempre più penalizzato, senza motivi apparenti.
Memore di quella lezione ho da tempo organizzato un sistema di rapporto diretto con i lettori che funziona in modo egregio, e se anche mi saltasse l'indicizzazione potrei tranquillamente andare avanti.
Certo è che questo archivio di contenuti utilissimi in rete, e apprezzati da una decine di migliaia di persone ogni giorno, sono penalizzati se inseriti in forma di database e sopravvalutati se inseriti in forma di news.
Provate a cercare la sentenza n. ... del .... Troverete solo i commenti banali e qualche approfondimento molto utile su qualche sito wordpress. Ma non la troverete negli archivi di sentenze, se non in fondo.
Capito ?
Ognuno è libero di fare come vuole a casa propria.
Ma mai cercare di fare come il padrone di casa. Zitti e muti ?
Io comunque ve lo dico: se cercate sentenze, www.iusseek.eu è l'alternativa vincente a Google.