Sembra che questo Governo non abbia limiti nel combattere le distorsioni del lavoro a progetto, condannando anche le vere partite iva.
Nella riforma si dice che un contratto con partita iva diventa a progetto se dura più di 8 mesi con lo stesso contraente e per questo contratto viene pagato più dell'80% del fatturato.
In internet la terza condizione non si verifica quasi mai, e riguarda la postazione fissa presso il committente.
La presunzione impone al committente di provare il contrario e poichè questo ha riflessi sui contributi da pagare all'inps o all'ente di previdenza, che è questo il vero punto, si aprono maglie sulla gestione dei contributi per contratti online tra professionisti che lavora a distanza e nei fatti in autonomia.
Perchè è il committente che deve pagare gli oneri previdenziali che possono raggiungere il 27%.
Il tutto si applica anche retroattivamente (forse) sui contratti non certificati.
Diciamolo chiaramente: la durata non è tutto. Nel testo di legge la natura della prestazione viene di proposito non considerata se non come eccezione e per le professioni regolamentate.
Cioe': tutti quelli che lavorano in internet ? Sviluppatore php, non si può iscrivere a nessun albo.
Quindi potrebbe diventare impossibile lavorare con chi ha la partita iva e non lavora in società di capitali.
Sembrerebbe quindi che la soluzione più semplice, e più onerosa, sia diventare una srl anche unipersonale.
Ma a questo punto ricordo che non sono un esperto di diritto del lavoro e lascio ai commenti dei lettori.