Sembra che abbiamo trovato il punto negativo di Twitter: la promozione di temi difficili senza approfondirli.
Attualmente in molti affermano che Twitter censura, e segue la censura di tutte le nazioni del mondo.
"Dalli all'untore", si potrebbe dire.
In realtà Twitter informa che, nell'adempiere agli ordini dei giudici di tutto il mondo, Twitter rimuoveva i contenuti ovunque.
Da qualche giorno invece Twitter può rimuovere i contenuti visibili da ogni singola nazione, e solo per quella per la quale è stata richiesta la rimozione.
Metti che un giudice italiano vieti un tweet: Twitter renderà il tweet invisibile agli italiani. Come farà è già oggetto di discussione in rete, per il gusto di trovare la soluzione per aggirare il limite.
In realtà la notizia, come sottolinea la Eff, è che Twitter ha deciso di rispettare la giurisdizione di tutti i giudici di tutto il mondo, non solo quelli americani.
E' un tema rovente, sul quale abbiamo registrato un podcast.
A mio vedere twitter, come azienda, come privato, può fare quello che crede, e non si può parlare di censura, che è qualcosa che solo gli Stati possono imporre ai cittadini, in tanti modi.
Prima di lasciarvi all'ascolto del podcast una nota: nel convegno di ottobre a Pavia, organizzato dal prof. Ubertazzi sul tema "Facebook et similia" si è parlato anche di questo.
I rilievi proposti da numerosi professori universitari sottolineano un diritto degli uomini che, tuttavia, non è nelle imprese. Ma mi chiedo se il ripeterlo così spesso e a tanti livelli non possa portare ad una regola diversa.
Che significherebbe imporre alle aziende private doveri simili a quelli dello Stato. Cosa che collide con la libertà d'impresa.
Buon ascolto.
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