C'è poco da dire sul fatto.
Coppia indagata assolta completamente, ma chiedono la rimozione della sentenza di assoluzione da un sito di un quotidiano.
Il Quotidiano segue le regole dettate dal Garante: è cronaca, può restare, è atto pubblico.
Il Tribunale di Chieti dà loro ragione e condanna il quotidiano.
Su Twitter si scatena il dibattito sul diritto all'oblio.
E la domanda resta: prevale la privacy o la cronaca ?
http://www.scribd.com/doc/51586130/Sentenza-Privacy-Prevale-su-Cronaca
Ho letto qualche cosa sul sito del Garante, in questi anni, sulla documentazione giuridica in rete.
Il testo iniziale della legge consentiva semplicemente ogni informazione giuridica, oggi invece ci sono maggiori limiti.
Limiti che saltano tutti a più pari appena si va anche nelle corti europee, dove i nomi delle parti restano.
Per un ottimo motivo, che vale in Italia: sono atti pubblici. Le sentenze costituiscono la storia di una nazione.
I coniugi, assolti, si vedono additati per anni dai motori di ricerca come indagati (anche se nel testo viene indicato che sono stati assolti).
Ma vogliono anche essere anonimi, successivamente alla sentenza, sul tal sito.
Il quotidiano si rifiuta: ci manca solo che togli i nomi di tutti coloro che compaiono in un articolo: è diritto di cronaca.
Il Tribunale condanna.
Sotto il profilo umano io ho scelto di rimuovere i nomi delle parti comunque. Ricordo quanto mi chiamò anni fa un riabilitato da fallimento il cui nome si trovava sempre grazie a Google: non trovai un buon motivo per respingere la sua richiesta, e mi sembrava una lezione di civiltà e convivenza rimuovere il suo nome. Da allora levo comunque il nome delle parti, anche se la normativa consente di tenerli se non richiedono la rimozione.
L'idea, mia, è che il contenuto conta. Le persone rispondono davanti a Dio. Sapere che la regola del diritto è quella è il mio obiettivo, non sapere che tizio è stato condannato.
In questi anni ho avuto richieste di rimozione di tutti i tipi. Per scelta rimuovo i dati indicati anche senza motivo, non entro nel merito.
Però non riesco a trovare la regola del Tribunale di Chieti: la privacy vieta la cronaca ?
No.
Vieta gli archivi online. Forse. O forse no.
Brutti tempi per cercare di affermare un diritto certo che regoli i rapporti tra le persone.
Avete provato a scrivere un contratto di questi tempi ?
Un pò di comprensione altrui però potrebbe servire.
Purchè un domani qualcuno non ordini a tutte le biblioteche di rimuovere la tal biografia non autorizzata non per motivi di diritto d'autore, ma di privacy.
Ma arriveremo anche a questo.
Le motivazioni del tribunale di Chieti
Semplice: il diritto di cronaca ha una durata limitata del tempo, si può accettare fino alla richiestra stragiudiziale due anni dopo i fatti. Il mantenimento di un solo esemplare cartaceo è consentito.
Ma perchè è consentita la cancellazione ?
Perchè le parti hanno diritto di chiedere la cancellazione dei propri dati personali.
Questo secondo il Tribunale.
Appunto: i dati personali, il nome e il cognome e simili. Non il documento intero.
La tesi è sostenibile: ma in questi termini può impedire persino la scrittura di un libro di storia contemporanea.
Link utili:
Il sito del quotidiano interessato dalla pronuncia:
http://www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=5132