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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9854 documenti.

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Webosophy 03.03.2011    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Facebook, i commenti e i mi piace: pro e contro

C'era una volta, oggi e' Facebook che ti costruisce il sito sociale (nell'immagine)
Spataro

 

C

C'erano una volta i blog. Noiosi, persone noiose, piene di se', autoreferenziali, dominanti, influenti, limitate.

Al tempo dei blog ognuno si costruiva il proprio plugin e lo condivideva con gli altri utenti. Ognuno aveva la propria newsletter, i propri dati, sapeva cosa succedeva sul proprio sito e si comportava di conseguenze.

La rivoluzione dei commenti ad ogni post fu portata ad esempio di un mondo migliore, di un mondo dove la persona offesa poteva difendersi, reagire, far sapere la propria opinione, e i lettori farsi una idea più approfondita.

Poi i primi blogger iniziarono a titolare: "Ipad migliora il lavora nell'ufficio", per esempio (spero che non ci sia nulla del genere in rete, è solo un esempio !).

Nel testo poi del post si diceva, sempre per esempio: "l'ipad è nato per avere a portata di mano un display e una connessione. Tu come lo usi per il lavoro di ufficio ?" e poi si aspettavano i commenti dei lettori che a volte arrivavano copiosi.

Si può dire che è spam: si scrive per attirare, anche se non si ha molto da dire.

Da quei tempi si è passati a Facebook, con timidi vagiti su twitter e linkedin.

Su Facebook loro ti danno tutto. Piattaforma, spazio, amici, interessi, incontri, giochi. Su Facebook trovi tutto te stesso subito, pronto.

Senza Facebook vai in crisi d'identita'. In questi giorni abbiamo parlato di identità elettronica sul dizionario, ma anche di furto d'identita': infatti le persone usano facebook senza chiedersi: "ma io dove sto mettendo la mia vita ?"

Nell'ebook sulla guida alle impostazioni privacy su Facebook ho affrontato anche questi temi, ma il nocciolo del discorso e': i dati sono miei, ma se Facebook me li toglie ?

Paradossalmente dal 1999 IusSeek è un motore di ricerca che vive di proprio software e propri dati. Da allora sono nati molti motori di ricerca di diritto che si chiamano da soli cosi', in realtà usano la struttura di Google per raccogliere dati e filtrarli e fare ricerche. Ma se Google chiudesse i rubinetti, non avrebbero nulla in mano.

Però Google paga, e pazienza se non si possono elaborare i dati trovati.

IusSeek invece elabora con propri criteri le novità (ci sono sezioni dedicate al diritto cinese, a quello assicurativo in tutta europa indipendentemente dalla lingua, altre per i commercialisti). 

Ma il mercato vuole cose standard. Quello che piace lo vogliono tutti, e tutti ne parlano, e tutti si identificano in qualcosa che hanno in comune. Sempre stato cosi'.

Facebook oggi propone altre due soluzioni, ma non sono le uniche.

1) tasto mi piace insieme a condividi: non solo dico che mi piace, lo voglio twittare, pardon, segnalare sul mio profilo

2) widget per embeddare i commenti di un sito con i commenti su facebook.

Una volta si notava come Microsoft imitava i prodotti di successo dei piccoli concorrenti: norton realizzò un ottimo deframmentatore, Microsoft ne fece uno proprio, gratuito, e norton scomparve. Poi, senza concorrenza, il mercato nicchiò per anni, fino a quando sono comparsi defraggler, startdefrag, ultradefrag e tanti altri (cercate su filehippo.com) tutti gratuiti e nessuno che sa come fanno a tirare avanti. Ma la concorrenza è aumentata per via del pesante riposo dell'operatore dominante.

Quello che sorprende oggi è il dinamismo di Facebook che sembra inarrestabile.

Oggi Facebook con il tasto mi piace, fa quello che fa twitter. Ma twitter resta più semplice.

Oggi Facebook con l'embed dei commenti fa come già fa disqus.com con grande successo, ma i dati non te li da'.

 

  • Facebook probabilmente può schiacciare i suoi concorrenti anche senza dare i dati.
  • Disqus però mette a disposizione il backup dei commenti.
  • Twitter mette a disposizione gli ultimi 3000 tweet.

 

Il mercato però non si preoccupa di un Facebook che segue gli utenti ovunque.

Perchè al di là di tutto, il tasto i like lo vogliono tutti gli utenti, ma Facebook sa anche cosa stiamo leggendo e dove navighiamo.

La fa anche Google. Microsoft no.

Difficile capire se il web evolve solo in meglio: diaspora, il progetto che voleva portare agli utenti un facebook distribuito, non decolla dietro a troppi problemi.

Una cosa funziona: il p2p. E per questo lo vogliono limitare i fornitori di connettivita'.

Vogliamo sempre tutto di più e subito. Se poi ci sono delle controindicazioni chiudiamo gli occhi.

Sembra una storia già scritta tanto tempo fa.

E gli adempimenti della privacy diventano sempre più anacronistici non perchè siano di minore importanza con il passare del tempo, ma perchè pur essendo sempre più importanti, agli utenti non interessa. Forse solo ad alcuni genitori.

Curioso, vero ?

Ancora oggi quando dico che i siti di IusOnDemand sono sviluppati tutti con tecnologie sviluppate internamente mi guardano come un alieno. "Ma chi glielo fa fare" si legge nei loro occhi.

Mi piace sapere io cosa vogliono i miei lettori.

Anche se il mercato del software va in un'altra direzione e solo chi investe pesantemente cerca soluzioni prodotte internamente.

E come dicono gli americani, il problema dell'Italia è un mercato troppo piccolo, non le idee e nemmeno la burocrazia.

In fondo siamo noi che dobbiamo decidere di usare la piattaforma che riteniamo migliore.

E se Facebook è la più usata, usiamola per farci conoscere, ma non esclusivamente per gestire il nostro lavoro.

03.03.2011 Spataro
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