Il testo non si conosce, perche' non c'e'. Solo bozze che qualcuno ha visto, ha raccontato ad altri e altri ancora ne hanno parlato. Piena trasparenza.
Alcune cose si possono dire.
Dentro e fuori l'agcom c'e' stata battaglia. Il presidente di Agcom, alcuni consiglieri, alcuni giuristi, alcune riviste, hanno riportato tesi diverse. Si concluderebbe oggi uno scontro durissimo tra chi vuole seguire l'impostazione letterale del decreto romani e chi vuole seguire lo spirito della direttiva.
In breve, alcuni vogliono far pagare l'ira di dio chiunque, altri vogliono escludere molti e lasciare pagare solo le ricche imprese.
Tra i temi giuridici invece emerge il criterio della programmazione di 24 ore. Chi ha programmi in programmazione 24 ore su 24 e' una televisione. Tanto ovvio che sembra quasi impensabile che lo vogliano adottare.
Anche perche', nel momento in cui si parla di on demand, varra' ancora il criterio delle 24 ore ? Oppure si parlera' di fatturato / utili per piu' o meno di 100.000 euro ?
Ripetiamo: il decreto romani imporrebbe una autorizzazione costosa presso l'agcom per chiunque fa video o solo audio (anche le radio quindi), regalando ai giornali il diritto di poter fare tv o radio senza ulteriori adempimenti. i giornali registrati, avete capito bene. Un regalo puro e semplice.
Non diremo altro, abbiamo gia' scritto ampiamente e non faremo il regalo di evidenziare tutti i temi che possono far letteralmente saltare l'intera normativa.
C'e' solo da dire che se imprese e privati diventano obbligati, l'Agcom smettera' di funzionare insieme ai Corecom gia' delegati con il nuovo regolamento. Troppi adempimenti. Oppure sara' una ottima fonte di guadagno tramite le multe comminate per l'uso di strumenti che nel mondo si usano semplicemente come la stampa, perche' ognuno ce l'ha scritto nel sangue di volersi esprimere.