Assoprovider sostiene che i cavidotti devono essere condivisi perché non sono replicabili e le fibre devono essere condivise ovunque i cavidotti siano o divengano pieni.
Assoprovider è vicina ai cittadini stufi di sopportare disagi e costi inutili e di vedere dissestare le stesse strade più volte con sovrapposizioni di lavori edili per passare cavidotti dei c.d. competitor: questa è la logica del passato millennio, è venuto il momento di capire che un cavidotto insiste su un qualcosa che non è mai di proprietà di chi lo realizza o lo gestisce, ma è della collettività. Parimenti gli edifici che contengono le terminazioni delle fibre delle utenze (Rete di Accesso) devono essere condivisi perché non sono replicabili per ovvi motivi.
La gestione delle risorse edili non ha alcun senso che sia nelle mani delle TLC le quali devono occuparsi di commutazione elettronica e non di fare gli immobiliaristi (su suolo pubblico) e pertanto gli unici deputati alla gestione del suolo pubblico sono i cittadini.