Peccato leggere con un cappuccino e una brioche un articolo a tutta pagina che afferma che Google e' editore per decisione del Tribunale di Roma.
Di vero ci sono solo le parole " tribunale di roma" e "google". Il resto e' tutto da cambiare.
Mi chiedo chi abbia letto con la dovuta attenzione il provvedimento.
Rti diffida Google: rimuovi i contenuti del gf10
Google risponde: dimmi quali sono i contenuti
Rti: trovali tu
Google: non posso sapere cosa e' tuo e cosa non e' autorizzato o cosa conforme alle leggi
Rti al giudice: ci sono 174 sequenze per tot minuti e tot visioni, che hanno sottratto audience al reality
Io: i video arrivano dopo la trasmissione: l'on demand aumenta la visione della puntata successiva senza togliere nulla alle dirette. E' fatto talmente noto che fa specie affermare il contrario
Google al giudice: io non posso inventarmi cosa Rti vuole rimosso. Lo dica, lo faccio con loro come per gli altri.
Il Pm del caso vividown di Milano: speriamo di costruire in Europa una statua della responsabilità di fronte a quella della libertà a New York.
E qui mi sono fermato.
Se c'e' una parola che amo e' libertà. Ma non capisco perche', secondo il pm milanese, non contenga la parola responsabilità.
L'anarchia e' libertà senza responsabilità.
Libertà e' necessariamente responsabilità.
La responsabilità, da sola, e' stato di polizia o dittatura, se leggiamo la definizione da Wikipedia (interessante, provocatoria direi, piu' che affidabile).
Come e' possibile quindi affermare un principio di responsabilità negando la libertà.
E' proprio quello che afferma la direttiva ecommerce, il cui contenuto si vuole disapplicare.
Chi offre un servizio su internet non e' responsabile, al pari del gestore telefonico per le diffamazioni. Lo dice la direttiva.
Io devo contestare l'illecito per consentire al provider di rimuovere e in mancanza diventare responsabile esso stesso.
Ma devo contestarlo. Non basta affermare: tu mi fai del male, per fare una denuncia in polizia. Devo dire: mi hai rotto una gamba, ti denuncio. Chiaro, elementare.
C'e' di piu'.
La normativa e le decisioni nel mondo si stanno uniformando su questo principio che in Italia e in altre poche nazioni si vuole ribaltare: prima responsabili, poi liberi, sempre asserendo un conflitto di concetti che non c'e'.
E' una guerra culturale, prima che giuridica. Un intenderci sulle parole e dare ad esse il loro significato.
Lo dissi in Galleria Vittorio Emanuale, per Blogosfere: il pericolo e' interpretare le leggi esistenti su fatti nuovi con criteri vecchi. Cosa che comporterà uno stravolgimento dei principi diritto universarli, tra i quali la responsabilità di chi fa qualcosa.
"Tu mi hai causato dei danni con il tuo lavoro, quindi ti faccio causa."
Quale avvocato suole mettere in mora la controparte cosi', e poi iniziare una causa con i rischi che comporta una diffida incompleta ?