L'episodio di domenica ha aperto molti occhi.
Il ferimento di Berlusconi non e' stato solo un episodio assurdo, ma assurde sono state le reazioni.
Come scrivevo giorni fa, mi chiedevo come avrebbe reagito Berlusconi e come avrebbero reagito "i suoi".
Berlusconi sta proponendo un cambiamento nei rapporti tra forze politiche. Forse si e' reso conto che tanta violenza verbale nello scontro politico non era sostenibile, come invano tutti dicevano. Meglio tardi che mai.
Il cambiamento pero' riguarda anche gli altri. Ed e' repentino e causato da internet. Con mia sorpresa, sia ben chiaro.
Improvvisamente alcuni hanno cominciato a parlare di nuovi lacci ad internet. Sono emerse nuove leggi per limitare la libertà delle televisioni. Nuove forme di censura o rinnovato sostegno alle forze dell'ordine e magistrati. Nuovi reati.
In troppi, e qui la rete e' stata determinante, hanno capito che era troppo.
Uno squilibrato, malato, ha fatto una follia, esasperato.
Voler dare le colpe ai giornali, ad internet, alle televisioni, agli avversari politici e' stato un autogol.
Per la prima volta molti giornalisti e molti politici, pur schierati o appartenenti a forze schierate, hanno alzato la voce all'unisono: cosa state dicendo ?
Le argomentazioni sono quelle di tutti in rete. Troppo facile questo pretesto per chiudere la bocca a tutti.
I reati di cui tanto si parla esistono gia'. Basta perseguirli sin d'ora (e personalmente non capisco cosa si aspetta).
Una nuova legge servirebbe ad aggirare il principio, che ho avuto il piacere di ricordare alla rete ed e' diventato un muro invalicabile, il principio della responsabilità personale su internet, non del gestore, ma dell'autore di illeciti. Principio affermato dalla direttiva ecommerce recepita in Italia.
Oggi si e' formata una maggioranza trasversale di persone di buona volontà che sono rimaste colpite dall'entusiasmo di questi coglioni di giovani rimasti in Italia a studiare l'internet mondiale e a spiegarla a tutti. Colpite dal senso di passione civile per una Italia migliore, per una professionalità aperta e da un confronto senza veli.
E questi politici e giornalisti hanno parlato e hanno detto: No. Hanno ragione i nostri giovani.
E' cambiato qualcosa.
Leggo Rodotà, Casini, altri politici e sempre piu' giornalisti scrivere a favore di internet solo perche' lo credono giusto, anche se hanno molti colleghi che li criticheranno.
E' cambiato qualcosa. E la rete e' stato il canale che e' entrato nei cuori di molti.
Con la forza della parola e della passione civile. Non e' finita. Pero' e' un bell'inizio. Bisogna credere ancora di poter migliorare il nostro Paese. Berlusconi ha cominciato ad usare "nostro", non "mio". E' un bell'inizio. L'abbiamo notato in tanti.