Inutile trovare online i testi, le relazioni, le argomentazioni.
Il procedimento per fare leggi su internet e' quello tradizionale, quando un comportamento aperto potrebbe portare alla collaborazione di tutti coloro che sono online.
Leggiamo da Corriere.it:
"I punti da chiarire, secondo quanto sia apprende, sono in particolare due. Il primo riguarda la possibilità dell’autorità giudiziaria di ordinare l’oscuramento dei contenuti di siti in cui venga ravvisata istigazione a delinquere o apologia di reato. Si punta a trovare una formula che non sia "punitiva" in modo indiscriminato, ma colpisca solo gli autori del reato. "
I punti cruciali sono quindi questi:
- se un giudice possa avere il potere di chiudere un sito, in che modo, e in che quantità (tutto o parte)
- se la sanzione sia nei confronti del gestore del sito o dell'autore del contenuto.
La discussione, rinviata, e' quindi ancora una volta contro il caro principio di diritto che da anni continuo a ricordare, quello europeo che impone la responsabilità dell'autore di atti contrari alla legge, non di chi fa da provider.
Spiace sapere che Quintarelli confonde la nozione di provider con internet provider. Si parla di hosting. Chiunque ospita contenuti altrui e li diffonde con macchine fa hosting, anche su youtube, anche su un form di commenti.
Chi offre un servizio di hosting, al pari di un gestore telefonico, non e' responsabile per i contenuti finche' non gli vengono contestati.
Anche in materia di Privacy giudici inglesi hanno affermato che Google non risponde dei volti in street view (google), finche' non gli viene chiesto di rimuovere i volti, targhe, etc etc.
Insomma: e' necessaria una contestazione.
Ogni meccanismo automatico o ogni procedura che voglia presumere una contestazione non adempiuta sara' considerato censorio. E' evidente. E un potere di censura sul web, senza una sentenza impugnabile, prima di una sentenza definitiva, va valutato con moltissima attenzione. La Costituzione parla chiaramente.
Il punto che non si vuole capire e' che qualunque gestore di siti non ha interesse ad ospitare delinquenti. Segnalare contenuti illeciti e' sicuramente un aiuto, non una occasione per sanzionare il gestore.
Ma si preferisce fare la voce grossa equiparandoci a dei terroristi solo perche' siamo su internet.
Forse sarebbe meglio usare questi mezzi ogni giorno, o guardare figli e nipoti. E sapere il valore di quello che si fa nel concreto, non in astratto e con criteri legati a vecchie normative, che nulla hanno a che vedere con quello che e' il valore e la natura di internet oggi.
Le leggi ci sono. I reati pure. I delinquenti pure. La polizia postale anche.
E ci sono anche gli onesti. La maggioranza.
Una internet pulita e' interesse di tutti. Non solo dei politici, anche dei gestori. Sanzionarli invece che facilitarli e' creare difficoltà la' dove la collaborazione e' semplicemente utile a tutti. Senza far diventare nessuno poliziotto, ma nemmeno delinquente solo perche' offre un servizio aperto che viene utilizzato violando le regole d'uso che vietano le attività illegali.