Lo diciamo da anni, ma ancora la misura non e' colma.
Il caso Homolaicus non e' affatto finito.
Per chi non lo conosce, un ottimo insegnante spiegava l'arte moderna con miniature dei quadri tramite il proprio sito aperto.
Ricevette una letterina dalla Siae locale che si congratulava e gli chiedeva qualche migliaio di euro di diritti sui quadri degli autori tutelati dalla Siae.
La soluzione ? Mettere tutto sotto password oppure non usare le foto dei quadri.
Dall'episodio in Italia tutti si sollevarono a difesa della cultura e si approvo' la legge che autorizza la pubblicazione di immagini e musiche degradate, senza tuttavia dar seguito al regolamento, imbrigliando la legge nella volontà ministeriale.
Negli Usa, nel frattempo Google veniva citata a giudizio per l'uso delle foto nel motore di ricerca di foto. Il giudice l'ha considerato fair use. E non era un uso a scopo educativo.
OGGI ?
Da tempo segnalo agli amici di non embeddare i video di youtube con musica o riproduzioni di foto o video i cui autori o editori sono registrati presso la Siae.
Mi sbagliavo, dovevo dire anche la SCF, che si occupa dei diritti derivanti dalla distribuzione, mentre la Siae dei diritti degli autori in quanto autori di qualcosa. Un conto l'aver fatto, un conto distribuire.
In cambio raccomandavo tutti di NON usare opere italiane nella realizzazione di podcast, video, o anche nell'embed, a meno che non si tratti di parlato realizzato integralmente dall'autore.
Quintarelli poi ha evidenziato dal suo blog il caso della La SI AE olandese vuole far pagare ai blogger 130 euro per embeddare video da youtube.
E il motivo sarebbe proprio quello di far "ripagare" i diritti a chi embedda, in quanto distributori.
A nulla serve la notizia mai confermata ufficialmente di un accordo che Youtube avrebbe con i titolari dei diritti ai quali paga i diritti d'autore sulle musiche. Enzo Mazza (Fimi) ne parla spesso, ma non ho trovato nessun testo sull'accordo e quanto sia invocabile in Italia. Sta di fatto che il precedente olandese in Italia non e' applicabile per mille ragioni che non voglio approfondire, ma sono certo alla Siae o alla Scf la pensano in modo diverso, cosi' come Mediaset per i 50 milioni chiesti a Youtube per i video delle trasmissioni diffusi via web.
Non la pensano nemmeno cosi' sui siti di alcuni giornali di famose testate che scaricano i video da youtube e li ricaricano sulle proprie piattaforme, invece di embeddarli. Violano la licenza di Youtube e i diritti degli autori, ma anche di questo si parla poco.
Chi vuole trasmettere via internet non ha vincoli di autorizzazioni, al momento, solo se trasmette cosa fatte integralmente in casa.
Che significa registrare la propria voce e usare motivetti offerti gratuitamente insieme ai software per comporre le sigle, cosi' come le musiche con licenza creative commons di autori non italiani.
Poi ci si chiede come cresca piu' velocemente la cultura all'estero. Scusate l'off topic.
Domani affrontiamo alcune soluzioni software e web based per chi ha comunque qualcosa da dire, a voce.
Al link sotto indicato la pagina di SCF italia che spiega chi deve pagare per trasmettere, aggiungiamo noi, contenuti prodotti dagli associati alla SCF, non prodotti da altri.