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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9282 documenti.

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Design 06.08.2009    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Contratti semplici: i vantaggi di essere chiari

Per UxMagazine ho inviato un testo bellissimo, sono sicuro che piacera' anche a voi - ripubblicato dal 2009-07-30
Spataro

 

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N

Non c’e’ settore umano dove non si citi il termine open per indicare la trasparenza, la condivisione, la correttezza nei rapporti umani. Glasnost come termine ha avuto fortuna per poco tempo, a confronto.

Software aperto, collaborazioni aperte, disponibilità all’ascolto, condivisione dei risultati ma anche dei processi formativi.

Tutto questo finisce non appena si decide di scrivere le condizioni contrattuali per dare certezza ai nostri rapporti di lavoro. Si puo’ fare diversamente ?

Due cose mi stupiscono: l’incapacità delle università a risolvere problemi concreti e la complessità dei contratti scritti dagli avvocati.

Intendiamoci: non e’ questa la sede per parlare dell’istruzione in Italia, ma le Università forniscono strumenti essenziali, ma non sufficienti. E’ possibile che per vedere come e’ fatta una cambiale si debba andare in un negozio ? Si studiano i titoli di credito, ma una cambiale non la fanno vedere nemmeno in fotografia.

Dall’altra parte ci sono gli avvocati. Conoscono le argomentazioni per impugnare un contratto, e temono di dimenticare qualcosa che possa poi essere loro imputato.
Proviamo ora a dirlo in altro modo: gli avvocati temono di sbagliare come chiunque, e immaginano cosa potrebbero fare gli altri per far saltare l’accordo.

C’e’ un vantaggio a scrivere lo stesso pensiero nella seconda formulazione invece che nella prima ? Svantaggi ?

I caratteri della chiarezza

Partiamo dagli elementi che devono caratterizzare un contratto chiaro.

Il diritto segue il mondo reale, non il contrario. Quindi se si prestano soldi, il diritto parlera’ di mutuo, di garanzie, di beni mobili, ma per noi resta prestito. E se scriviamo:

“Io, Mario, ti restituisco 1000 euro che mi consegni oggi (data) con l’assegno n. (numero) della banca (banca) entro la data del (data)”

abbiamo un bellissimo esempio di contratto semplice, chiaro e non interpretabile.

C’e’ un trucco: ho solo descritto un fatto con le sue parole, non ho cercato di interpretarlo.

Ho la ricevuta di consegna del denaro, ho il termine per la restituzione, ho l’importo: tutte cose che per il nostro codice civile sono sufficiente per farci avere ragione se il denaro non viene restituito.


PAROLE SEMPLICI MA NON BANALI
Abbiamo cosi’ introdotto un secondo trucco: i termini.

I termini semplici, ma non equivoci, ci permettono di qualificare giuridicamente un accordo. Perche’ il contratto deve essere un accordo.

I vecchi civilisti sapevano bene impugnare i finti contratti. Pensate ad un foglio firmato dalle due parti, con le obbligazioni tutte a carico di una sola. Come si chiama ? Patto leonino. Che puo’ invalidare il rapporto e mettere tutto nelle mani del giudice.

Quanti contratti leggiamo fatti cosi’ ? Ce li possiamo permettere se siamo monopolisti, ne avremo anche un beneficio immediato, ma i costi successivi di litigiosità si pagheranno cari. Puo’ non interessarci, e allora scriviamo pure contratti che non valgono nulla, ma che servono solo da pretesto per incassare subito dei soldi. Poi pero’ almeno ricordiamoci di non firmarli quando ce li propongono.

Il mondo anglosassone ha una tradizione di definizione dei termini che lentamente e’ arrivato in Italia gia’ da qualche anno. Nelle leggi o nei contratti precedono delle definizioni ufficiali, autorevoli, non equivoche. Diciamolo: sono la parte piu’ normale del contratto, la maggior parte delle volte, la parte che si puo’ capire senza rimandi ad altri commi.

Le definizioni sono usate dalle assicurazioni, dalle direttive europee, dai contratti di multiproprietà o vendita a distanza e, nei contratti, vengono talvolta firmate ciascuna singolarmente per presa visione. Per non poter dire: non le avevo lette. Una volta si scriveva “le premesse costituiscono parte integrante del presente accordo”, allora sorgevano dubbi e si tornava a leggere dall’inizio tutto quello che l’occhio aveva sorvolato.

Il terzo trucco e’ quindi la completezza: se non lascio equivoci, non si potra’ interpretare il contratto nel solo modo piu’ favorevole alla parte piu’ oberata. Cosi’ dice la legge. E per di piu’, per capire di cosa parlo, non si potrà riprendere una vecchia lettera inviata in sede di contrattazione, tanto per superare una condizione che non ci piace.

Riepilogando: fatti chiari, termini semplici, completezza.

Ma conviene ?

I vantaggi delle condizioni chiare

E’ un vantaggio anche non avere svantaggi. Quali sono gli svantaggi di contratti non chiari ?

Mi viene in mente un caro amico che ha installato un forum su internet. Sapete bene quanto gli italiani siano litigiosi e potete immaginarvi le preoccupazioni del mio amico.

Incarica un suo consulente che fa un lavoro veramente completo: mi manda un testo di 4 pagine A4 fitto fitto con tante ipotesi tutte per potersi cautelare dalle esagerazioni piu’ diffuse e quelle meno diffuse.

A leggerle mi sono messo nei panni dell’utente: mi registro lo stesso e chissenefrega, oppure, se gliela voglio far pagare, io faccio lo stesso quello che voglio io.

Dobbiamo accettare che i contratti non sono eterni solo perche’ c’e’ un accordo, anche verbale, anche per fatti concludenti. I contratti hanno una durata e la collaborazione delle parti puo’ ridursi.

Bisogna quindi valutare se pretendere l’adempimento e percorrere la via di una risoluzione contrattuale consensuale, con regole chiare prima che il danno sia fatto.

Allora al mio amico, timidamente dico: hai messo tutto, ma e’ troppo. A te cosa interessa ? In tre punti ?

La risposta e’ arrivata subito, grazie anche al ponderoso studio: non voglio rompiscatole, voglio poter mandare via chi mi va e voglio cancellare quello che non voglio stia sul mio sito.

Bene: tutte cose che la legge consente.

Abbiamo scritto semplicemente: “Benvenuto, lettore, ti ringrazio per essere venuto ospite sul mio forum per partecipare alle discussioni. Parliamo di … e saro’ lieto di ogni contributo costruttivo alle discussioni. Ogni scritto viene memorizzato e diffuso, mantenendo nascosto ip, data e ora a disposizione delle autorità in caso di abuso. Per i pochi furbi che ci sono mi devo riservare il diritto di rimuovere contenuti e sospendere account, anche se semplice segnalazione tramite l’apposito bottone presente in ogni pagina. Si applicano le condizioni generali del sito e la privacy policy.”

Nel dire “ospite” ho detto tutto. Sei ospite, a casa mia, sul mio domicilio informatico. Comportati bene, l’ospite non puo’ litigare con gli altri invitati. Non rubare. Non diffamare. L’ospite queste cose a casa mia non le fa.

Ma il vantaggio non sta nella brevità. Sta nel messaggio. Io sono qui per fare insieme a te questa cosa, facciamola insieme, forza, passione, entusiasmo. Sto lavorando cioe’ sulla capacità di entusiasmare chi sta con me, non pretendere che sia uno stinco di santo: sono il suo prete ?

Potranno sembrare banalità, ma la collaborazione in caso di problemi (“clicca sul tasto segnala”), la disponibilità, la responsabilità per quello che si fa (tracciamento di ip, data e ora) sono tutti elementi che portano un forum ad avere successo senza nemmeno chiedere la registrazione. Ci sono metodi antispam, ma la moderazione a campione ma continuata nel tempo permette di prevenire problemi maggiori, se non quelli causati proprio da chi li vuole creare. Ecco che le riserve di poter fare come il padrone di casa ha un senso, anche secondo la Cassazione recente e meno recente proprio in materia, conformi.

L’uso di termini chiari e’ quindi un vantaggio anche nei contratti. Previene le contestazioni futili. Un concetto chiaro e legale (tu sei ospite e io il padrone di casa), pur non essendo completamente definito in tutti i suoi aspetti, conferisce pero’ proprio per la sua elasticità un potere maggiore al titolare del forum che pero’ quel potere deve esercitare. Non siamo perfetti e qualcuno ci prova sempre.

E’ in quei casi che il contratto deve darmi i mezzi per difendermi. Senza insistere sulle dichiarazioni di autodifesa, preferendo invece insistere sulle azioni di controllo e di allontanamento.

Perche’, alla fin fine, molto spesso gli sconosciuti che visitano servizi telematici a distanza, cercano qualcuno con cui sfogarsi o parlare. Siate disponibili, ma inflessibili con gli intolleranti. Sono solo loro il problema, e sono sempre pochi rispetto ai tanti clienti contenti che vi potete portare dietro qualsiasi iniziativa.

Volete un compitino semplice semplice ? Leggete le condizioni contrattuali di Facebook.com e di FriendFeed.com, due servizi 2.0 che ho studiato di recente per LegalGeek.it.

Leggete anche le condizioni contrattuali di YouTube.com e di Blip.tv, entrambi servizi di condivisione video.

Ma non limitatevi a questo: guardate come vengono proposte le varie opzioni (upload, condizioni d’uso, tag, privati/pubblici) tutte rilevanti ai fini del sinallagma contrattuale. Poi mettete insieme programmatori, amministratori e consulenti. Se il contratto trasmette paura, alcuni utenti ne approfitteranno. Se siete chiari nel riservarvi il diritto di allontanare chi mette a repentaglio il vostro lavoro, vi daranno ragione. Ma vi contesteranno se cominciate a spaccare il capello in quattro. C’e’ modo e tempo per farlo, ma non nelle condizioni legali d’uso dei software e dei servizi online.

Vi sembra una visione utopistica ? Rileggete i quattro contratti sopra citati, e NON chiedetevi se e’ il contratto peggiore che rende l’iniziativa migliore.

Chiedetevi invece quale e’ il contratto che vi permette di gestire meglio i problemi nella vostra attività.

Questo e’ il vantaggio di un contratto chiaro. Tutti sanno sempre con chiarezza quello che possono e quello che non possono fare. Quindi sara’ piu’ facile gestire i problemi, con la giusta elasticità, e con la giusta determinazione nell’applicare un criterio chiaro e trasparente.

06.08.2009 Spataro
Spataro


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