Leggo oggi sul feed di Quintarelli che la Treccani passa a creative commons.
Interessante, mi dico, e vado a vedere il comunicato stampa originale. Si conforma ai principi dei creative commons, ma solo per due siti di Stato. Beh', i Creative commons, in spirito, sono per la circolazione ovunque dei contenuti, non solo per alcuni (anche se e' possibile per il titolare dei diritti consentirlo).
Risultato ?
"La Treccani renderà disponibili per il Portale del Cittadino (www.italia.gov.it) e per il Portale InnovaScuola (www.innovascuola.gov.it) i contenuti digitali del proprio archivio regolati secondo i principi dei Creative Commons. "
Ok, ma ci sara' un sito diretto dove accedere.
"In particolare il Portale Scuola dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (www.treccani.it/portale/sito/scuola) sarà collegato al Portale InnovaScuola, realizzato dal Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri,"
Andiamolo a vedere:
Treccani.it
La pagina richiesta al momento non è disponibile.
E con questo ci si chiede di cosa stiamo parlando.
E' la volta buona che mi disfo della mia Treccani, figurarsi acquistare gli aggiornamenti.
Non si sa quale licenza creative commons, non si sa a chi e' stata regalata, non si sa se c'e' o se e' solo un annuncio sbagliato nei tempi (ancora non e' disponibile) .
Peccato. Era una buona occasione.
Ognuno e' libero di regalare quello che vuole a chi vuole. Ma non mi venga a parlare di principi di creative commons pensati per diffondere con facilità le opere presso chiunque, ed eccezionalmente verso singoli; non il contrario.