"Il propose la création d'une autorité administrative indépendante qui aura pour rôle la mise en œuvre d'une « réponse graduée » contre le téléchargement numérique illégal."
Si tratta quindi di un progetto di legge per creare una autorità amministrativa indipendente che avra' l'incarico di creare una risposta al download illegale.
Ci sono due limitazioni, come nel progetto italiano della lotta alla pirateria digitale presso il governo.
Le norme penali gia' esistono, e vanno semplicemente applicate. Ma questo non basta per chi chiede norme piu' severe.
Si chiede quindi:
1) di regolare le opere su internet come quelle tradizionali
2) di considerare internet come sede dell'illegalità.
Personalmente sono favorevole ad un progetto di legge che permetta di individuare chi usa il p2p per scambiare files protetti da copyright. Sarebbero intercettazioni di comunicazioni private, quindi da fare con le giuste garanzie, ma anche rendere l'attivita' di contrasto effettiva.
Basterebbe lasciare fare il lavoro alla polizia postale, competente e all'avanguardia. Pero' si vuole fare di piu': creare meccanismi di controllo dall'alto.
Una impostazione simile, visto che poi il controllo la farebbero i titolari dei diritti patrimoniali delle opere, non puo' essere accettata. Una parte che controlla le altre parti. Lo Stato scompare, e i privati si fanno giustizia da se', con l'avallo dello Stato.
Esistono i magistrati e la polizia per questo, meglio non dimenticarlo.
Secondo inganno e' quello di pensare che tutte le opere su internet abbiano lo stesso regime giuridico di quelle tradizionali.
Se la legge e' la stessa, bisogna pero' prendere atto che contrattualmente gli autori sempre piu' spesso rinunciano pubblicamente ai diritti per promuovere la diffusione delle loro opere. Spontaneamente, sottraendo quindi le proprie opere ai tradizionali canali distributivi, che poi sono gli stessi che dovrebbero controllare internet.
Due impostazioni che impediscono di credere che queste iniziative possano portare a qualcosa di utile per tutti, essendo rappresentantive degli attuali distributori.
Che un nuovo mercato sia possibile e' ormai certo. Che il vecchio pretenda di imporre le proprie regole alle nuove opere che nascono al di fuori del vecchio mercato, e' inaccettabile.
Il vecchio mercato e i vecchi prodotti hanno le loro regole, da rispettare. Se voglio produrre con una casa discografica devo poterlo fare e devo poter vedere protetta la mia opera come e' sempre stato fatto, anche su internet.
Ma l'autore indipendente che salta la catena di distribuzione tradizionale non deve essere imbrigliato.