Aumentano le polemiche intorno alle recenti novità su internet, apologia di reato, disobbedienza alle leggi, diritto di rettifica, nuovo regolamento agcom.
Ma vediamo come si esercita il diritto di rettifica nel media tradizionali. La procedura e' semplice e garantista, non impossibile da adempiere come quella prevista nel pacchetto sicurezza di cui i media non parlano preferendo ancora il povero caso Eluana, che non e' un caso.
Il Corecom e' l'organismo territoriale delegato per conto dell'Agcom: ce n'e' uno per regione.
Vediamo cosa dicono di fare.
Il Corecom della Lombardia ( dove piu' aziende hanno sede), dice:
Se una radio o una televisione locale hanno diffuso immagini o hanno attribuito atti, pensieri, affermazioni e dichiarazioni contrari a verità a un soggetto, persona fisica o giuridica (ente, società, associazione), questo ha la facoltà di richiedere all’emittente, pubblica o privata, la diffusione di una replica in condizioni paritarie.
Il Corecom deve innanzitutto accertare che la richiesta sia fondata, per poi ordinare all’emittente la rettifica; nel caso in cui l’emittente non ottemperi alla richiesta, il Corecom trasmette la documentazione all’Autorità garante per le comunicazioni, che ha la facoltà di stabilire una sanzione.
Tutta la procedura è gratuita e richiede tempi molto brevi, indispensabili per garantire l’efficacia della rettifica.
Una procedura tanto semplice quanto chiara. Si garantisce che chi la riceve non abbia adempiuto. La proposta Alfano toglie ogni rifiuto, affermando il rifiuto in caso di non ottemperanza entro 48 ore dalla semplice richiesta, anche alesemente infondata, con il divieto di commentare.
Caratteristiche veramente straordinarie, giustificate dall'allarme sociale che internet riscuote in Italia.
Il Corecom della Toscana esemplifica:
L’istanza al Corecom deve:
- contenere le generalità complete e il domicilio o la sede legale del richiedente;
- essere corredata di tutti gli elementi atti ad identificare con precisione le notizie di cui si chiede la rettifica;
- essere sottoscritta con firma autenticata nelle forme di legge;
- riportare in allegato la documentazione comprovante l’avvenuta richiesta all’emittente e l’eventuale rifiuto della stessa....
Interessanti i riferimenti normativi citati:
- Legge 6 agosto 1990 n. 223 (art. 10 commi 3 e 4 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato)
- D.P.R. 27 marzo 1992 n. 255 (Regolamento di attuazione della Legge 6 agosto 1990 n. 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato)
- Delibera 402/03/CONS con la quale l’autorità ha delegato ai Corecom le funzioni relative all’esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale.
Insomma: a parte che il diritto di rettifica e' sacrosanto e comporta automaticamente la responsabilità, se la richiesta e' fondata, per chi non vi adempie, la norma proposta dal Ministro Alfano invece introduce una automatica responsabilità dopo 48 dalla richiesta, senza controlli e senza poter replicare.
Norma che dovra' resistere alle impugnazioni davanti alle Corti Competenti in caso di approvazione, ma nel frattempo metterà a silenzio molte voci online che giustamente si autocensureranno.
Per non parlare del caso dei commenti lasciati online, funzionalità che cambierà in molti siti, nonostante la direttiva in materia non trasferisca la responsabilità dei commenti degli utenti ai gestori dei siti, come il libraio non risponde dei libri venduti.