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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9282 documenti.

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De magistris 27.01.2009    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Il caso Genchi alla Camera, la settimana scorsa.

Ecco gli atti della Camera. Troppi dati in mano ad un consulente di un giudice. Non deve sapere cosi' tanto di tanti. Interpellante e interpellato ripetono: e' tenuto al silenzio. Tutti a confondere intercettazioni e analisi dei tabulati. Sorprende il modo in cui la stampa autorevole ha unanimente attaccato Genchi con le stesse motivazioni errate. A questo punto tutti si stanno chiedendo cosa diavolo c'e' agli atti che non deve uscire, per aver rovinato la vita di tutti quelli che hanno toccato quei documenti.
Camera

 

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    E

    Elementi in merito all'esistenza di un archivio contenente dati sensibili predisposto da Gioacchino Genchi, consulente tecnico dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris - n. 2-00251)

     

    PRESIDENTE. L'onorevole Ferranti ha facoltà di illustrare l'interpellanza Tenaglia n. 2-00251, concernente elementi in merito all'esistenza di un archivio contenente dati sensibili predisposto da Gioacchino Genchi, consulente tecnico dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

     

    DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, illustrerò la nostra interpellanza con poche parole, perché la stessa, in maniera sintetica ma incisiva, è riportata per iscritto.Pag. 61
    Questa interpellanza ha origine da notizie riportate da diversi organi di informazione, emerse anche all'esito di alcune audizioni del Consiglio superiore della magistratura che sono sempre state ugualmente riportate dagli organi di stampa, che hanno riferito addirittura dell'esistenza di un archivio elaborato da Gioacchino Genchi, consulente tecnico del magistrato Luigi De Magistris all'epoca in cui svolgeva le funzioni di pubblico ministero a Catanzaro.
    Anche se è noto come lo sviluppo di tabulati possa essere oggetto di consulenza tecnica da parte del pubblico ministero, i numeri e gli elementi forniti dagli organi di informazione sono sicuramente qualcosa di abnorme, perché si parla di 578 mila «anagrafici», cioè utenze telefoniche e indirizzi, tra cui quelli di parlamentari, capi dei servizi segreti, delle Forze armate ed altri personaggi; ma, a parte la qualifica delle persone che sono state individuate, è importante l'insieme dei legami e il numero delle persone controllate (pari a circa 392 mila) e dei tabulati acquisiti (1.436). Si parla di un vero e proprio archivio, in cui sarebbero stati schedati dati sensibili di migliaia di cittadini italiani, e tale notizia ha destato allarme e preoccupazione.
    Sia pure nella consapevolezza (se tutto ciò risponde a verità) che si tratta di dati che attengono ad indagini e quindi verisimilmente coperti dal segreto investigativo, abbiamo comunque ritenuto opportuno rappresentare questo fatto al Ministro poiché lo stesso ha i poteri che gli competono, come organo primo titolare dell'azione disciplinare e di ispezione presso gli uffici giudiziari. Ciò al fine di valutare ed accertare se è vero che esiste un archivio di tale portata (senza entrare nel merito dei contenuti), il cosiddetto archivio Genchi, e se tale archivio si sia formato nell'ambito di uno o più procedimenti penali.
    Chiediamo, inoltre, di sapere se tale archivio venga custodito dal Genchi, oppure se invece faccia parte di un allegato a un procedimento penale e, in caso affermativo, a quale procedimento si riferisce (non ci interessano ovviamente gli indagati, ma solo se è qualcosa che è annesso a tale procedimento).
    Vorremmo, inoltre, sapere nell'ambito di quali indagini e per il perseguimento di quali reati tale archivio è stato creato, e soprattutto se sia stata rispettata la normativa che riguarda tutti gli archivi, soprattutto le banche dati concernenti i dati personali e riservati tenuti da un privato.

     

    PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo ha facoltà di rispondere.

     

    GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti riferiscono di avere appreso dagli organi di informazione dell'esistenza di un archivio nel quale sarebbero stati schedati i dati sensibili di migliaia di cittadini italiani. Tale archivio, sempre secondo quanto segnalato, sarebbe riconducibile all'operato del dottor Gioacchino Genchi, nominato dall'ex procuratore di Catanzaro, dottor De Magistris, come consulente tecnico in alcune sue indagini.
    Dagli elementi informativi acquisiti tramite le competenti articolazioni ministeriali è emerso che il procuratore generale della Repubblica di Catanzaro ha più volte segnalato, con note indirizzate a vari uffici, i presunti abusi asseritamente commessi dal dottor Genchi nell'espletamento dell'incarico di consulente, e consistenti nell'indebita acquisizione di dati relativi al traffico telefonico di numerose persone non indagate in alcun procedimento penale.
    Secondo quanto comunicato dal procuratore generale di Catanzaro, tale banca dati consisterebbe in 578 mila record anagrafici processati ed in 1.402 tabulati correlati ai cosiddetti processi Why Not e Poseidone (delle cui indagini era titolare il pubblico ministero De Magistris, prima dell'avocazione da parte della procura generale di Catanzaro), per prevedibilmente ben oltre un milione di contatti telefonici, riguardanti parlamentari, ministri, magistrati, istituzioni, persino servizi segreti.Pag. 62
    Limitatamente alla posizione del consulente Genchi, ed alla attività da lui svolta su incarico del pubblico ministero dottor De Magistris, si comunica che la procura generale della Cassazione ha esercitato tre azioni disciplinari nei confronti del predetto magistrato, contestando a quest'ultimo, in data 6 dicembre 2007, in data 21 aprile 2008 ed in data 7 settembre 2008, gli illeciti disciplinari di cui agli articoli 1 e 2, comma 1, lettere g) e ff) del decreto legislativo n. 109 del 2006.
    Al suddetto magistrato, che all'epoca dei fatti esercitava le funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, è stato contestato di avere emesso in data 20 aprile 2007 - in violazione di legge e con grave ed inescusabile negligenza - un decreto di acquisizione dei dati di traffico relativi ad un'utenza intestata alla Camera dei deputati ed in uso ad un parlamentare, senza avere preventivamente richiesto l'autorizzazione alla Camera di appartenenza, prevista dall'articolo 4 della legge 20 giugno 2003, n. 140, per l'adozione di decreti di acquisizione dei tabulati di comunicazione.
    Al predetto sostituto procuratore è stato contestato, inoltre, di avere conferito al consulente tecnico Genchi un incarico che implicava accertamenti e valutazioni (quali raccolta di dati, gestione dei dati stessi, loro lettura processuale) del tutto estranei ai compiti istituzionali dell'ausiliario, fissati dall'articolo 359 del codice di procedura penale e dai principi generali del sistema processuale, nonché di avere illegittimamente acquisito ed utilizzato - nell'ambito dei procedimenti penali nn. 1330/04, 1217/05, 2057/06 e nel procedimento contro ignoti n. 5104/07 - i tabulati delle conversazioni telefoniche di alcuni parlamentari ed i tabulati contenenti i dati del traffico telefonico dell'utenza in uso all'onorevole Giancarlo Piattelli, che erano stati tutti messi a sua disposizione dal consulente tecnico Gioacchino Genchi.
    Subito dopo l'avocazione del procedimento cosiddetto «Why not», i carabinieri dei ROS, su disposizione dell'avvocato generale facente funzioni presso la corte di appello di Catanzaro, hanno provveduto a ritirare a Palermo la banca dati in questione dall'archivio del consulente tecnico Genchi.
    Allo stato, si rappresenta che la procura generale di Catanzaro ha riferito di essere tuttora intenta a valutare le finalità e le ipotesi di reato alle quali si collegano i provvedimenti di autorizzazione all'acquisizione dei predetti dati.
    Per quanto riguarda, poi, la disciplina dettata per l'eventuale costituzione di banche dati, occorre fare riferimento all'articolo 23 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (il cosiddetto codice della privacy), nel quale è previsto che «il trattamento dei dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato».
    Tra i dati personali richiamati dalla norma in questione rientrano anche i dati relativi al traffico telefonico, essendo i predetti dati personali definiti dall'articolo 4 del codice come «qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente o associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale».
    A tale proposito, appare opportuno evidenziare che la tenuta di banche dati in violazione delle norme previste dal codice della privacy, ivi compresa la necessità di richiedere il consenso degli interessati, è punita, ai sensi dell'articolo 167 dello stesso codice, con la reclusione da sei a diciotto mesi, ove il fatto sia commesso «al fine di trarre per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno».
    Ne consegue che l'utilizzazione di dati acquisiti nel corso di una consulenza tecnica, al di fuori del procedimento nel cui ambito quella consulenza è stata espletata, è legittimo soltanto in virtù di provvedimenti dell'autorità giudiziaria e nel rispetto delle regole dettate in materia dal codice di rito.
    Il consulente Genchi non può, quindi, disporre liberamente dell'archivio dati inPag. 63suo possesso, ed è tenuto al segreto di ufficio al pari di qualsiasi altro tecnico.
    A solo titolo di completezza, si fa presente, inoltre, che gli accertamenti preliminari, di recente delegati dal Guardasigilli all'ispettorato generale per accertare i contrasti insorti tra la procura di Salerno e la procura di Catanzaro, non riguardano nello specifico la questione dei dati telefonici acquisiti dal dottor Genchi nell'espletamento dell'incarico di consulenza per la procura di Catanzaro.
    Al momento, tali fatti risultano essere parte di un'indagine in corso e sono coperti, pertanto, dal segreto investigativo.

     

    PRESIDENTE. L'onorevole Ferranti ha facoltà di replicare.

     

    DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la completezza delle informazioni che ha ritenuto di poter fornire. Da ciò che emerge, è comunque preoccupante il dato del numero di utenze che sono state elaborate. Da quello che mi è parso di capire, ma leggerò meglio la risposta scritta del sottosegretario, mi sembra di comprendere che ancora non si sia accertata la finalità della ricostruzione di circa un milione di utenze appartenenti a personaggi vari non indagati, sulla quale sarebbe stata richiesta una consulenza nell'ambito di un procedimento penale ancora coperto da segreto istruttorio.
    L'altro aspetto che mi sembra ancora non sufficientemente sviluppato - può darsi che la lettura mi consentirà di capire meglio le espressioni utilizzate dal sottosegretario - concerne l'esito dei procedimenti disciplinari riguardanti il magistrato De Magistris. Mi sembra di aver capito che, da una parte, vi è stata la contestazione di incolpazioni disciplinari riguardanti l'illecita utilizzazione di utenze e di dati relativi ad utenze di parlamentari, dall'altra, non mi sembra però che nulla sia stato contestato - se ho ben capito - per lo sviluppo di un tal numero di utenze e, quindi, per la costituzione di un archivio di tal fatta.
    Invito il sottosegretario a indicare agli organi competenti del Ministero la valutazione complessiva, anche all'esito di quelle indagini di investigazione, per capire l'esito di quei tre provvedimenti disciplinari di cui mi pare uno solamente sia giunto a conclusione, mentre gli altri sono ancora pendenti.
    Fermo restando che il dottor Genchi è tenuto al segreto e non può utilizzare i dati che sono stati ritirati, sicuramente in copia, dal ROS di Palermo, è preoccupante che tutti questi dati, comunque acquisiti, risultino in possesso di un privato. Francamente non conoscendosi, allo stato, la genesi della formazione di questa banca dati, tutto ciò ci spaventa.

    27.01.2009 Camera
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