Purtroppo non posso partecipare agli incontri che si svolgono in Italia. Di internet vivo, e devo lavorare. Allontanarmi da Milano non mi e' possibile. Se potete gestire una video conferenza tramite skype o altri strumenti, possiamo tentare ugualmente un breve intervento.
Detto questo sono a vostra disposizione anche per registrare un intervento sul tema che mi rivolgerete: come per queste argomentazioni, la trasparenza degli argomenti sara' totale e condivisa con tutti i lettori.
Le novità sono quotidiane, ahime'.
Lo stato attuale e' che il ddl non e' ancora in agenda alla Camera. Non se ne sa nulla.
Gentiloni, e gli altri, continuano a ribadire che internet non si applichera' ai blogger, con una modifica al testo attuale che andrà avanti.
Questo e' un pericolo concreto. La modifica proposta parla di "uso collettivo", termine ancora una volta ambiguo la cui unica finalità e' includere tutti coloro che sul web fanno due soldi, siano essi 50 euro al mese o 50.000.
Dividere bloggers singoli da aziende che guadagnano su internet, imponendo alle sole seconde la registrazione al Roc, significa mandare via da internet tutte le piccole aziende che usano internet e non si possono permettere un giornalista professionista da assumere e pagare per potersi iscrivere al Roc.
Separare il destino di lettori da autori e' una illusione. Abbiamo tutti esperienza della facilità di avviare una nuova impresa su internet, anche da soli, come fonte seconda di reddito. Se invece per aprire un nuovo lavoro si deve assumere un direttore responsabile giornalista, oltre il commercialista per tutti gli adempimenti al roc, da internet scapperanno in molti, e di nuovi non se ne vedranno.
Cosi' successe anni fa per videotel, e mentre la Francia si telematizzava grazie al minitel, l'Italia perse videotel e tutti coloro che vi lavoravano. Questo per l'intervento di una circolare dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio che impose a tutte le aziende su videotel di avere un direttore responsabile, anche se le aziende offrivano servizi.
Il pluralismo attuale e' cresciuto con le regole attuali, secondo le quali l'iscrizione al Roc e' solo facoltativa. Nuove regole non possono che portare vincoli nuovi senza benefici.
Infatti gia' oggi, chi vuole vedere applicata la legge sulla stampa, puo' iscrivere il proprio sito al Roc. E' una scelta, e' libero, e chi vuole lo puo' fare.
Ma non e' obbligato. Guardate quanti siti sono iscritti al Roc e quanti non lo sono: se passa il testo, pur modificato, i siti non iscritti dovranno pagare un giornalista professionista come direttore responsabile.
Nel 2001 gia' si e' dovuto combattere per mesi contro un testo di legge ambiguo per impedire la registrazione di tutti i siti con cadenza periodica. L'esclusione, per tutti, fu confermata.
Oggi si vuole escludere ai piccoli di iniziare una nuova impresa, che puo' essere provata e coltivata nel tempo libero a costi veramente contenuti, e integrare i pochi soldi guadagnati con un precariato che non giova a nessuno.
Questo e' interesse solo di pochi. Non di una nazione di giovani (di qualsiasi età) stufi di essere condannati, dalle leggi e dalle bollette, a fare i bambaccioni.
Tutti i documenti utili sono online, i miei interventi pubblici.
Se qualcuno propone una nuova legge ricordategli che l'iscrizione al Roc e' gia' possibile ma e' una libera scelta, e che le condanne per diffamazione sul web non mancano certo nella giurisprudenza italiana.
Quindi e' una balla che siano necessarie nuove leggi.
Fate vostre queste idee. E' meglio della mia presenza :-)
Tenetemi informato.
dott. Spataro
Al link in calce la documentazione e novità in materia