Così la Siae: "L'Ufficio Multimedialità della SIAE rilascia Licenze generali che consentono l'uso su siti web dell'intero repertorio musicale, per le opere appartenenti sia agli autori associati alla SIAE che alle società d'autori straniere ad essa collegate.
In particolare le specifiche licenze autorizzano i content provider alle utilizzazioni in modalità streaming on demand, download, webcasting. " In linea di principio dovrebbe essere una soluzione semplice per distribuire on line contenuti.
Tuttavia leggiamo i limiti: "Limiti della licenza
Non sono compresi nella licenza i diritti spettanti: ai produttori fonografici per l’utilizzazione dei supporti; agli artisti interpreti ed esecutori; ai produttori di opere cinematografiche o audiovisive; agli editori e agli autori musicali per la sincronizzazione, l'utilizzazione pubblicitaria e per la riproduzione degli spartiti e dei testi delle opere stesse. I titolari dei siti devono richiedere a tutti questi soggetti le necessarie preventive autorizzazioni. "
Sembrerebbe quindi che i contenuti autoprodotti non richiedano licenze, autorizzazioni, nulla. Ma in tutta la materia vige una sola certezza: l'opportunità di non essere multati dalla Siae. E' così registriamo come molte radio nascano all'estero su siti stranieri in inglesi, pur essendo una programmazione tipicamente italiana.