1) lasciare stare. Se inseriscono effettivamente i dati errati si potrà agire per la rettifica, diffidandoli da addebitare qualsiasi importo. Si potrà anche agire per l'inserimento senza autorizzazione: chi non vuole non può essere incluso contro una volontà espressa.
2) incaricare il garante della privacy: ma io lascerei stare, sicuramente sono già informati e agiranno. E' inutile riempirli di carta.
3) incaricare l'antitrust, competente per la pubblicità ingannevole. idem come per il punto 2
4) incaricare il garante delle comunicazioni, agcom, competente per la pubblicità ingannevole a mezzo internet come per l'autorità al punto 3, con parziale sovrapposizione di poteri
5) presentare un esposto perchè si avviino indagini. Potrebbe essere una tentata truffa (artifizi e raggiri, semplici, ma legati all'ignoranza diffusa di internet, adeguati e sufficienti, come una volta era la vendita del Colosseo...)
6) parlarne con gli amici e prevenire.
A me personalmente ne sono arrivate ben due, che tengo gelosemente per provare la comunicazione ingannevole ai sensi della normativa pubblicitaria italiana e contraria alle norme sul commercio elettronico.
Non fare niente è la soluzione migliore. Il fatto ha avuto una eco tale che sicuramente ci sono già indagini in corso.
Spataro