Secondo uno studio, il passaggio dell'Italia alle tariffe di rete definisce un piano per l'UE ai sensi della legge sulle reti digitali
Bruxelles, BELGIO – L'autorità italiana di regolamentazione delle telecomunicazioni, AGCOM, sta creando un pericoloso precedente che mostra come la prossima legge sulle reti digitali (DNA) della Commissione europea potrebbe introdurre tariffe di rete in tutta l'UE attraverso la porta di servizio, avverte oggi la Computer & Communications Industry Association (CCIA Europe).
La decisione italiana contraddice anche la recente dichiarazione commerciale congiunta UE-USA, che escludeva esplicitamente le tariffe di rete, e rappresenta un chiaro pericolo per la rete Internet aperta in Europa.
Uno studio di Plum Consulting avverte che rendere obbligatoria la risoluzione delle controversie nel mercato dell'interconnessione IP –una conseguenza di vasta portata della decisione di AGCOM e una caratteristica appena velata del futuro DNA– è esattamente ciò per cui i CEO dei più grandi operatori di telecomunicazioni europei stanno facendo pressioni.
Riclassificando le reti di distribuzione di contenuti (CDN) come ‘reti di comunicazione elettronica’, AGCOM le sottopone a un meccanismo di risoluzione delle controversie esistente ai sensi della legge italiana. Ciò fornisce ai grandi operatori di telecomunicazioni un potente strumento per richiedere pagamenti alle CDN e ai fornitori di contenuti, spingendoli a stipulare accordi retribuiti.
Lo studio Plum dimostra come questo modello porterà inevitabilmente a tariffe di rete su scala europea. Innescando ripetute controversie con CDN e fornitori di contenuti e applicazioni (CAP), le grandi società di telecomunicazioni creerebbero precedenti legali per accordi di peering a pagamento.
Lungi dall'affrontare un presunto fallimento del mercato, la risoluzione obbligatoria delle controversie integrerebbe le tariffe di rete nel diritto dell'UE attraverso il DNA. Ciò distorcerebbe un mercato già altamente funzionale, con meno di una dozzina di controversie nell'ultimo decennio. E così il DNA smantellerebbe l'attuale modello di Internet, in cui quasi il 100% di tutti i peering è libero.
Quanto segue può essere attribuito alla responsabile politica di CCIA Europe, Maria Teresa Stecher:
“Ciò che sta accadendo in Italia è il primo atto di un'opera teatrale che potrebbe presto diffondersi in tutta l'UE. Da mesi sentiamo dalla Commissione Europea che le tariffe di rete sono fuori discussione. Eppure la risoluzione obbligatoria delle controversie sulla proprietà intellettuale continua a riemergere sotto nomi diversi –e l’Italia ci mostra esattamente cosa significa nella pratica”
“La Commissione ha una scelta chiara: seguire l'Italia lungo un percorso che spezzerebbe Internet o mantenere il suo impegno per un'economia digitale aperta. Esortiamo i responsabili politici dell'UE a imparare dal passo falso dell'Italia e a garantire che la legge sulle reti digitali non includa alcun meccanismo che potrebbe essere utilizzato per imporre tariffe di rete, direttamente o tramite la porta secondaria.”
Note per gli editori
Studio sugli impatti negativi della risoluzione obbligatoria delle controversie nell'interconnessione IP, Plum Consulting, disponibile qui: https://plumconsulting.co.uk/study-on-the-negative-impacts-of-mandated-dispute-resolution-in-ip-interconnection/