Agcom continua a volersi occupare di internet.
Segue tutti i filoni: quello della pubblicità e quello del diritto d'autore.
Per il diritto d'autore abbiamo una dichiarazione durante l'audizione in Parlamento:
- "l’azione regolatoria dell’Autorità si baseranno: (i) sull’educazione alla legalità e (ii) sullo sviluppo di un’offerta legale in Rete dei contenuti protetti dal diritto d’autore."
- "vi sarà anche uno strumento di enforcement, le cui modalità, in corso di definizione e fatto salvo lo strumento normativo primario del Parlamento, prevedono un’attivazione solo su segnalazione/denuncia dei titolari dei diritti e non d’ufficio, e mai nei confronti degli utenti-downloaders, dando priorità invece ai casi di violazioni massive del copyright."
Visti i precedenti abbiamo il dovere di non presumere nulla. Dai precedenti questi significa poter bloccare comunque dall'accesso internet operatori importanti, magari stranieri. Insomma: per dare un potere a qualcuno, anche per legge, bisogna avere numerose garanzie e strumenti di tutela. E fiducia nelle istituzioni. Tutte cose che mancano oggi come oggi, e non per colpa di agcom.
Per la pubblicità ecco: già scaduta, si chiede a chiunque di dare informazioni. Insomma:
- "Perchè lo facciamo?
"Vogliamo semplicemente capire. E vogliamo farcelo dire da chi Internet la frequenta ogni giorno, o anche da chi ha appena iniziato.
"Insomma, da voi."
Fantastico. Non c'è un motivo. Procedimento amministrativo a tempo perso (e mi chiedo quanto abbia un qualsiasi valore, se come utile nei ritagli di tempo).
C'è già una autorità che se ne occupa. L'antitrust. E l'IAP. E altri. Anche loro.
Insomma: Internet fa troppo gola. Ma noi siamo anche stufi. Si occupino di quello che è stato chiesto dalla legge. Se hanno pressioni di occuparsi di altro, siano trasparenti.
Ma tutto questo tempo (anni !) dedicato a cercare nuovi criteri e nuove regole per attribuirsi il potere di occuparsi di internet non è tra le loro competenze istituzionali.