Dante rallenta perchè si sente al centro dell'attenzione delle anime del purgatorio che si accorgono che ha un corpo che fa ombra, non è solo anima come loro, senza ombre.
Virgilio lo redarguisce per ricordargli di andare avanti, spiegandogli che l'ascoltar i bisbiglii non fa altro che indebolire l'azione.
Ecco cosa ne penserebbe oggi Dante dei social network...
Il commento del Guerrini.
ps: perdoni il lettore l'ardire nel titolar: "Il ruolo dei social network secondo Dante Alighieri" ... :-)
"Comunque sia di tutto questo, il Poeta che, viaggiatore curioso ed intelligente, si fermava o rallentava il passo per vedere o per ascoltare, è rimbrottato secondo il solito dal Maestro, il quale voleva far presto a compiere la sua missione:
-
- Perchè l’animo tuo tanto s’impiglia,
- Disse il Maestro, che l’andare allenti?
- Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?
- Vien dietro me e lascia dir le genti:
- Sta come torre ferma che non crolla
- Giammai la cima per soffiar de’ venti.
- Che sempre l’uomo, in cui pensier rampolla
- Sovra pensier, da sè dilunga il segno
- Perchè la foga l’un dell’altro insolla
- Perchè l’animo tuo tanto s’impiglia,
cioè debilita.
E non è da notare qui altro che alcuni comentatori, Benvenuto da Imola per es., attribuiscono a questo passo un senso recondito di allegoria morale, poichè Virgilio redarguirebbe qui Dante di vanità e lo inciterebbe a maggior modestia, il che mi par troppo voler cercare sensi riposti dove facilmente non ce ne sono. Il terzetto della torre che non crolla è diventato oramai uno di quei luoghi comuni per indicare la fortezza e la costanza, che non occorre insisterci, se non per ricordare che le alte torri, percosse da un vento forte, trepidano, oscillano e crollano il capo in modo misurabile e misurato dagli strumenti. Ma questo al tempo di Dante non si sapeva.