Qualche giorno fa scopro una curiosissima licenza: la "Wtfpl", che letteralmente si traduce: "Fai quello che vuoi", in materia di public licenses.
Mi legge su Twitter Roberto Guido e ci contattiamo. Mi manda una email che rappresenta una meravigliosa sintesi delle tesi ampiamente discusse online, e mi propone delle correzioni nel dizionario.
Nel dizionario di internet ho inserito i suoi commenti molto pertinenti, e qui li riporto tutti insieme.
Nel dizionario ci sono voci molto vecchie, come quelle qui affrontate, e meritavano una maggiore attenzione.
La finalita' del dizionario e' essere pratico, talvolta meno rigoroso se non per quello che praticamente serve.
L'intervento di Roberto Guido e' in questa direzione. So che sul tema si scatenano opposte fazioni, e spero che arrivino proposte costruttive.
Alcuni noteranno che sono definizioni molto rigorose. Trovo che sia corretto l'approccio.
Manterro' tuttavia nel dizionario alcuni riferimento popolari a Linux, anche se non rigorosi. Il dizionario e' divulgativo. Pero' non finiro' di evidenziare la corretta definizione di alcuni termini, richiamando questo post.
Per quanto riguarda il termine freeware con il divieto d'uso commerciale ho una mia personalissima tesi, forse minoritaria, non saprei.
Se gli autori definiscono un software sotto licenza freeware affermano che e' gratuito. Se poi appongo ulteriori condizioni ne modificano il contenuto principale, magari anche snaturandolo. Avrebbero dovuto chiamarlo shareware. In questo sono talebano e penso di non poter cambiare idea ...
Usare freeware e' piu' accattivante di shareware, naturalmente. Ma e' solo un errore per finalita' di marketing, a mio parere, che non puo' cambiare la natura della parola FREE nell'ambito del SOFTWARE.
Questo non toglie che non siano licenze valide: solo sara' piu' difficile interpretarle.
Grazie ancora a Roberto Guido.
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Mi chiamo Roberto Guido e sono Consigliere dell'associazione Italian Linux Society ( www.linux.it ). Incuriosito da un suo tweet ho dato una rapida occhiata al suo "Dizionario", ed in particolar modo le voci riguardanti l'opensource ed il freesoftware, e ci tenevo a segnalarle alcune inesattezze col desiderio di perfezionare la sua monumentale opera online.
In generale, si trova ripetuta in piu' punti la (peraltro, ahime', molto comune) imprecisione sul fatto che il freesoftware sia, a prescindere, gratuito, e non vengono menzionate le altre qualita' che di norma si attribuiscono agli applicativi software rilasciati con una licenza di tal fatta (e che ai fatti lo distinguono in maniera netta dal freeware).
Nello specifico, mi riferisco alle voci:
- FLOSS: acronimo di "Free Libre Open Source Software", variante di "FOSS" introdotta a seguito del successo del freesoftware nei Paesi sudamericani di madrelingua spagnola e portoghese
- FOSS: acronimo di "Free Open Source Software", identifica gli applicativi software sviluppati con un modello opensource e rilasciati con licenza freesoftware. Ovvero: la maggioranza dei prodotti piu' noti e conosciuti appartententi a questa categoria - Freeware: la menzione a Linux in questo contesto e' inopportuna, esistendo tra le altre svariate distribuzioni commerciali (cfr. RedHat) assolutamente legittime e consentite da qualunque licenza freesoftware
- Open Source: benche' il software opensource sia implicitamente gratuito, essendo i repository di sviluppo pubblici, penso che il riferimento al freeware qui sia fuorviante: il primo e' un modello di sviluppo, il secondo di distribuzione, hanno poco a che fare l'uno con l'altro
- Software free: per chiarezza penso che questa voce potrebbe essere piu' efficacemente scorporata in "software gratuito" (dicitura italiana per "freeware") e "software libero" (dicitura italiana per "freesoftware")
- Software libero (nuova voce): software che viene distribuito con una licenza freesoftware (cfr. http://www.gnu.org/licenses/license-list.html#SoftwareLicenses ), ovvero che garantisce all'utente le Quattro Liberta' fondamentali: liberta' di eseguire il programma per qualsiasi scopo, liberta' di modificare il programma secondo le proprie necessita', liberta' di ridistribuire l'applicazione, liberta' di ridistribuire le modifiche apportate
Faccio notare che la differenza tra "freesoftware" e "freeware" sta in gran parte nelle quattro liberta' sopra citate, poiche' il freeware non sempre puo' essere usato per qualsiasi scopo (moltissimi specificano nella propria licenza il divieto di uso commerciale) e non e' modificabile (in quanto il codice sorgente non viene pubblicato). Inoltre nessuna licenza freesoftware impone la distribuzione gratuita, solo la consegna del codice sorgente a coloro che ne ricevono una istanza: la letteratura abbonda di casi di uso commerciale di freesoftware, assolutamente leciti ed anzi incoraggiati. Per questi motivi i due concetti andrebbero separati.
Spero che vorra' cogliere i miei modesti suggerimenti, e che questa mail possa aiutarla a migliorare ulteriormente la sua opera di diffusione della conoscenza.
Cordiali saluti,
Roberto Guido
-- Roberto Guido http://madbob.org/