Era il tempo del videotel. Il Tribunale di Roma insieme all'Ordine di Roma furono autori di un indirizzo interpretativo ritenuto all'epoca vincolante (non c'erano spazi di discussione come oggi) tale che ogni sezione curata su videotel doveva avere il proprio giornalista direttore responsabile.
Arriviamo ben oltre 10 anni dopo a leggere che l'Ordine dei giornalisti di Pordenone ha denunciato una società che gestisce dal 2006 un portale di informazione video.
La tesi simile, l'iniziativa diversa: curando un sito come una testata, i titolari esercitano abusivamente la professione di giornalisti, tramite i video che diffondono.
Denuncia, procedimento penale, oggi sentenza (ignoriamo ancora il testo): assoluzione.
Così il comunicato di Assostampa fvg:
"L’Assostampa Fvg è al fianco dell’Ordine regionale dei giornalisti, nella vicenda che riguarda la web tv pordenonese PnBox, che svolge attività giornalistica senza aver mai depositato in tribunale una propria testata, dunque in maniera di fatto illegale. La vicenda è approdata nelle aule di giustizia dopo un esposto dell’Ordine dei giornalisti del Fvg.
In ballo non c’è – secondo il sindacato dei giornalisti regionale – la libertà di informazione, garantita dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato. C’è piuttosto il rispetto della legge sulla stampa, che prevede l’obbligo di aprire e depositare una propria testata per chiunque svolga un’attività giornalistica, e ciò proprio a tutela dell’utenza. Se una piattaforma web trasmette notizie di politica e attualità con regolarità, allora si configura come canale informativo, come conferma il presidente nazione dell’Ordine, Enzo Jacopino.
Posizione rafforzata dal commento di Piero Villotta, presidente regionale dell’Ordine, che ha segnalato il caso: “Esiste una zona grigia tra l’articolo 21 della Costituzione e la legge sulla stampa, dentro la quale rientrano blog e piattaforme online. Anche chi pubblica i video su YouTube fa divulgazione. Tutto dipende dalla periodicità. Il nostro esposto è a tutela dell’utenza, oltre che della categoria. Se viene meno la garanzia della legge sulla stampa siamo nella giungla”.
La questione è dunque aperta, in attesa di un intervento del legislatore, oggi più che mai necessario. Le leggi si possono cambiare, ma fino a che sono in vigore vanno rispettate. E secondo noi lo deve fare anche la web tv di Pordenone, attiva da tempo con attività a tutti gli effetti giornalistica, con servizi di politica, cronaca, sport e spettacolo. Senza avere una propria testata giornalistica."
Insomma: un attacco diretto al web e ai giovani che non decidono di seguire le regole dei padri, anche se quelle regole a loro non si applicano.
Certo. Ai padri farebbe piacere che quelle regole valessero anche per i figli, a tutela della concorrenza, del libero mercato e del rispetto delle leggi.
Ma l'assoluzione di oggi ribadisce, secondo una corrente giurisprudenziale costante, che i blogger non hanno l'obbligo di registrarsi come testata.
Dire il contrario non significa cambiare la verità stabilita', più volte, dalla Cassazione.
Tra i difensori l'avv. Scorza. Causa decisa al volo e dal percorso particolarmente rapido.
Da Pordenone Oggi: "I difensori hanno rinunciato all'esame dell'imputato e il giudice ha invitato le parti a concludere. Il Pm, Del Tedesco, ha chiesto l'assoluzione ritenendo che l'attività di Vanin non sia assimilabile al lavoro giornalistico perché non prevede lavoro intellettuale e mediazione dei contenuti."
Deposito sentenza entro 45 giorni. Ritengo sicuro l'appello.
Per approfondire: