Ed eccola, puntuale.
"I miei clienti non sanno leggere la pec. Posso dare io la mia per evitare di dover leggere, ogni giorno, mille pec di mille clienti con mille utenti e password diverse ?"
La mia risposta è no.
Poi si potrebbe tentare e vedere, ma diventerebbe un caso.
Primo perchè la pec serve anche a capire chi manda. E' l'algoritmo che decide chi sta firmando, non la scritta che si mette in fondo.
Inoltre, in sede di verifica, l'ente che controlla le attribuzioni dovrebbe accorgersene e rifiutarla.
Infine anche per la ricezione è un caos: chi sta ricevendo l'email ?
La soluzione è diversa: ognuno ha la propria pec, e va configurata con uno o più inoltri automatici ad una casella del commercialista.
Questi quindi riceverà in copia le comunicazioni immediatamente, senza difficolta', con l'indirizzo del cliente che riceve la notifica.
Poi per l'invio ognuno deve essere distinto dagli altri.
E io, comunque, le password non le darei mai.
Nella realtà succederà ? Non lo escludo, magari secondo deleghe. Ma eviterei.
Inviare una email che non è ripudiabile, è una cosa più importante che firmare una cambiale davanti al notaio.
Perchè persino la cambiale, davanti al notaio, potenzialmente può essere invalidata.
Una email pec, no.
AGGIORNAMENTO
Diverso è il tema della procura speciale. Le Cemere di Commercio hanno predisposto una procura speciale per il professionista perchè possa effettuare le pratiche più ricorrenti (apertura, chiusura, etc etc).
Una parte è dedicata alla domiciliazione, per la quale ogni comunicazione può essere inviata al professionista che invia la pratica.
Sconsiglio, per i motivi sopra indicati, di barrare questa casella. Le comunicazioni arrivino a voi e voi le girate al professionista. Altrimenti potreste non sapere mai di comunicazioni inviate a voi.