Avremmo voluto embeddare il video dell'intervento, ma l'account su youtube del forum non lo permette.
E' così che ci piace introdurre una breve relazione su quanto è avvenuto.
Si è parlato di sicurezza, di leggi, di anarchia, di regole, di liberta'.
Hanno parlato i governi e le grosse imprese. Per l'Italia hanno parlato alcuni che non hanno alcuna esperienza di come si lavora su internet, ma solo di cablatura della nazione, ammesso che lo vogliano fare.
E' nato male, e la rete se ne è accorta subito.
Stufo di sentire che in rete si sta meglio, meno controlli, più liberi, non rispondo nemmeno. E' evidente, per chi non fa demagogia, che sul web si stanno portando altre leggi oltre a quelle tradizionalmente applicabili e applicate, spesso anche in modo pretestuoso, raramente come è dovuto.
E' un evento sottostimato: i governanti pubblici e privati del mondo hanno provato a mettere dei lacci. Ancora una volta, e non si sa per quanto, non ce l'hanno fatta.
Il web cresce.
Nel mondo della stampa ci sono i giornali. L'editore paga la carta, stampa sopra i contenuti, e vende il giornale finito.
Nel web il cliente paga la connessione, l'editore paga il contenuto, il lettore consulta il contenuto.
Nel primo caso è il cliente che paga la carta nel prezzo finale.
Nel secondo caso è il cliente che paga la connessione.
Si sente ancora ripetere che la connessione deve pagarla l'editore: così viene pagata due volte alla telecom di turno.
Si discute di queste cose quando ancora non c'è formazione adeguata a tutti i livelli: da quello più basso che non sa salvare un file sulla scrivania a quello più elevato dove l'esperto seo è un consulente autoformatosi.
C'è ancora moltissimo da fare, già con le leggi esistenti.
Con altre leggi, ove non utili, si vuole vincolare la liberta'. Aprite i vostri sistemi giuridici non significa combattere l'anarchia, ma investire in formazione e controlli.
Se si vuole lasciare l'impresa libera di fare quello che le istituzioni non sanno fare, ma solo imitare.
Spataro