Ricordo che partecipai, anche relatore, al convegno dei Giuristi Telematici organizzato dall'avv. Nicosia a Grosseto.
In tale occasione ascoltai Massimo Pappalardo che parlo', credo tra i primi in Italia, di deep link.
Di tale evento resta un indice in pdf segnalato da Google di Nyberg: http://www.nyberg.it/download/DENT01.pdf senza il contenuto dell'intervento.
Egli si chiedeva, e analizzava con rigore, se il deep link fosse una pratica corretta, legale, illecita, anticoncorrenziale.
La soluzione che propose allora era semplice: internet e' fatta in questo modo, per linkare ogni singola pagina. Chi si mette su internet lo accetta e sfrutta questo sistema.
In questi giorni leggo Marco Giacomello che si occupa del problema di come citare un ebook, quando quelli in formato epub possono avere un numero di pagine variabili.
La mia risposta, allora come oggi, sta proprio nel meccanismo della citazione: come io cito pagina 34 di un libro, posso citare la pagina interna di un sito, che contiene in esso il nome della home page del sito. Dando il link completo do' contemporaneamente titolo del libro e pagina.
Diverso il framing, da sempre ritenuto da tutti uno sfruttamento non fair dei contenuti altrui. Il fenomeno piu' attuale e meno affrontato e' quello degli aggregatori di feed, ma non e' questo il caso di entrare in mille distinzioni in un settore dove ormai in troppi si appropriano cercando di sminuire la citazione della fonte.
Veniamo quindi all'AGCM
Nell'istruttoria relativa al caso Google News - Fieg si e' discusso del deep link. Google ha affermato che e' il modo corretto di citare, Fieg chiedeva i danni perche' la pubblicita' in home page vale di piu'.
Cosi' si e' prionunciata l'Agcm, l'antitrust italiano:
"107. Inoltre, ai fini della valutazione dell’idoneità degli impegni a rimuovere le preoccupazioni concorrenziali delineate nel provvedimento di avvio dell’istruttoria, non risulta pertinente l’osservazione degli intervenienti concernente il presunto sfruttamento da parte di Google dei contenuti editoriali di terzi attraverso il proprio motore di ricerca generale Google Web Search, senza il riconoscimento di un “equo compenso” agli editori nella forma di una compartecipazione ai ricavi pubblicitari derivanti dalle inserzioni su Google Web Search. Tale osservazione, infatti, si riferisce ad una condotta di Google diversa da quella che costituisce l’oggetto del presente procedimento.
Quanto al fenomeno del deep linking, si rileva che, come evidenziato da Google, fornire collegamenti diretti a specifici contenuti online costituisce un’essenziale modalità di funzionamento dei motori di ricerca e dei servizi di aggregazione di news, in quanto garantisce agli utenti l’accesso diretto alle notizie di loro interesse individuate attraverso i suddetti servizi."