Il Tribunale di Firenze assolve un negoziante che vendeva dispositivi per sbloccare le console.
La motivazione: il negoziante sbloccava la console, non il singolo gioco. La legge difende il supporto dove e' registrato il gioco, non la console.
La Procura ricorre in Cassazione.
La tesi della Procura: se agisco sulla chiave o sulla serratura entro comunque in casa altrui, e ledo il bene giuridico protetto.
Ecco le parole: "il PM ricorrente ha evocato il meccanismo "chiave - serratura" puntualizzando che una parte della protezione sta nelle informazioni inserite nel supporto - videogioco originale - mentre l'altra parte è inglobata nella consolle . E' innegabile, pertanto, che l'introduzione di sistemi che superano l'ostacolo al dialogo tra consolle e software non originale, come correttamente rilevato anche nelle memorie delle parti offese, ottengono il risultato oggettivo di aggirare i meccanismi di protezione apposti sull'opera protetta."
Conformemente la Cassazione: "Rientrano, dunque, nell'ambito della previsione penale indistintamente tutti i congegni principalmente finalizzati a rendere possibile l'elusione delle misure di protezione di cui all'art. 102 quater."
In breve: il risultato e' quello di rendere copiabili i giochi. La legge lo proibisce e sanziona chi vende tali dispositivi.
Nel Podcast parliamo anche delle differenze tra il caso italiano e quello americano dello sblocco degli iphone (jailbreak)