Il mondo ha riscoperto la Apple, o meglio la Apple e' riuscita a portare un prodotto elegante in massa nel mondo. Sembrera' banale, ma questo rilievo, unitamente al display piccolo di iphone e ipod, porta non pochi problemi. Perche' Apple non solo ha realizzato un prodotto, ma anche una montagna di servizi in proprio e altrettanti per terzi che vogliano lavorare con la propria piattaforma. Da cultore del diritto civile non vedo molto di nuovo, se non nelle modalita' che il nuovo mezzo offre. Gli avvocati invece, ahime', sempre piu' spesso cercando di qualificare il nuovo strumento nel modo piu' conveniente agli interessi del proprio cliente, dimenticando o piu' spesso ignorando, in un settore sufficientemente nuovo come questo, quali possono essere le problematiche. APPROFONDIRE O ACCENNARE ? Non approfondiro' il tema da queste pagine. E' gia' oggetto di discussione da mesi con clienti e studiando il mercato, ed essendo nuovamente all'avanguardia in una materia cosi' nuova, ho deciso di non parlare di tutto ai quattro venti per il solo gusto di essere copiato senza essere citato. Nei rapporti con i clienti e' invece emersa sempre piu' la complessita' dietro all'apparente banalita' di una applicazione. Grazie ai social network come Facebook e Twitter ho intessuto una rete di fornitori e di clienti, sia committenti di applicazioni finali che programmatori per le proprie applicazioni, con non poche problematiche. Senza essere esaustivo, sfiorero' i temi piu' caldi. DA DOVE INIZIARE Apple si aspetta che chi produce applicazioni sia un imprenditore. C'e' poco da fare, uno dei vantaggi e' che non dobbiamo essere imprenditori americani, cosa invece richiesta per pubblicare un libro nello store. Quali imprenditori ci troveremo ad interagire con le logiche di Apple, che non lasciano nulla al caso. Il primo scontro sara' quindi l'elevata professionalita' richiesta da Apple con l'elevata ignoranza di chi vuole ritenere Apple responsabile dei mali del mondo e gli sviluppatori come animali da mungere per ottenere cose che Apple non consente di fare. Poiche' la materia e' nuova, dicevo, ci si deve scontrare con una lunga fase di educazione alle obbligazioni contrattuali. Da cultore del diritto, ma soprattutto da programmatore autorizzato Apple, trovo che la soluzione non risieda nel diritto, ma nelle soluzioni ai problemi. COME SVILUPPARE UNA RELAZIONE CON IL COMMITTENTE Ancora una volta l'informatica non e' la scienza del 2+2, ma un insieme di tecniche di massa grazie alla telematica. Le incognite non sono piu' solamente tecniche, ma anche legate all'approvazione di Apple della app. Le richieste fatte dai clienti sono sovente in contrasto con la politica e la visione di Apple sulle applicazioni. E' indispensabile quindi dialogare con i clienti spiegando non tanti i limiti legali che Apple impone, motivi per il quale una app potrebbe non essere approvata, ma soprattutto comprendendo i motivi che Apple impone. Apple, come qualunque imprenditore, mette vincoli qualora sia conveniente. La convenienza puo' essere interna, per rapporti con i partner e i distributori, oppure per la funzionalita' delle app. Rendiamoci conto che una app fatta male non verra' approvata perche' fa schifo. Apple e' interessata a mantenere un livello elevato delle applicazioni, e sta aumentando i controlli in questo senso. Sara' antipatico non poter distribuire una app solo perche' fa schifo, ma si puo' anche cercare di capire come migliorarla per renderla di successo. Conviene. Apple impone anche questo nello sviluppo delle app. Ed e' conveniente per tutti. Ma il cliente, spesso, vuole solo essere sullo store. In realta' i pericoli dell'essere sullo store con un prodotto di qualita' bassa e' un fatto ben noto ad Apple, ma non spesso ai committenti che manifestano chiaramente il voler essere sullo store per farlo vedere ad amici e colleghi. Fare qualcosa purche' se ne parli (e basta) e' il motivo ideale per non fare nulla ne' di utile ne' di interessante, cosa che non e' solo richiesta dal buon senso, ma dal modo in cui Apple sta proponendo il proprio prodotto di successo nel mondo. C'e' quindi da capire che una pessima app svilisce il device, ed Apple e' interessata attivamente a tenere alto il livello. COME RAPPORTARSI CON I CONSUMATORE DELLE APP Anche qui leggiamo sempre piu' spesso che gli avvocati devono poter far causa allo sviluppatore, ad Apple, al web, al tcp ip ... per ogni cosa che non va come ci si aspetta. A parte l'esagerazione, il problema spesso e' di comunicazione e tecnico, non giuridico. Avete idea di quante comunicazioni sono richieste al programmatore dal committente, da Apple, dalle leggi, dietro ad ogni applicazione ? Per il solo utilizzo di un badge bisogna inviare un modulo firmato ad Apple. Non e' tutto cosi' facile ed immediato, e la visione unitaria dell'utilita' che l'applicazione soddisfa e' determinante. Infatti gli ostacoli a mantenere unitario il contenuto dell'applicazione sono numerosi. Ci vuole, prima di tutto, qualcuno che controlli tutto dell'applicazione, dal funzionamento, agli screenshot, alle descrizioni sullo store e sul sito dello sviluppatore / committente. Tutto questo lavoro richiede ampie conoscenze civilistiche, informatiche e telematiche. Non e' esagerato pensare di far controllare tutto al marketing e, insieme al marketing, ad un consulente legale esterno nell'ottica di migliorare il prodotto. L'ideale, come sempre, e' incaricare questi consulenti durante la progettazione dell'applicazione, senza che intervengano con la finalita' di creare problemi ma di risolverli. C'e' il problema, infine, fisico, delle dimensioni dei device. Come inserire condizioni contrattuali impossibilmente lunghe ? Come raccogliere il consenso ? Quando si conclude il contratto ? L'utente e' in vacanza e il luogo di conclusione del contratto e' ... in spiaggia ? Come gestire le condizioni contrattuali nell'utilizzo di API ? Ci sono quindi tematiche specifiche legate alla mobilita', altre legate alla condivisione di funzioni con i social network o con il web 2.0, la condivisione di dati con api di servizi terzi, che vengono usati. Mobilita' quindi significa portare a collisione mille aspetti che una volta si risolvevano inviando tutto via email. E' ancora possibile ? A determinate condizioni. Ma soprattutto ci vuole qualcuno che conosca api, social network, condizioni legali dei servizi terzi e ... psicologia nelle aspettative degli utenti. CONCLUSIONI Chi e' del settore avra' capito qualcosa ed intuito di cosa sto parlando. Come dissi al Facebook Garage di Milano le problematiche legate a determinati servizi di facebook, offerti tramite api, sono apparentemente insormontabili. Si tratta, rispetto ad una volta, di non considerare l'applicazione o il servizio come isolato, ma direttamente come il risultato diretto della interazione di tanti altri servizi terzi (youtube, mappe, musica) all'interno di una applicazione sviluppata da altri ancora. L'unico avvertimento e' di non credere a chi grida allo scandalo quando qualcosa non funziona. E' solo ignoranza dell'attuale stato dell'arte in materia ed una comunicazione che deve contribuire a far maturare gli utenti dietro alle nuove potenzialita'. Non e' televisione. Non e' informatica. E' mobilita'. Sembra facile, ma e' un gioco di squadre.
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