Non e' solo il recepimento di una direttiva europea. E' lo stravolgimento delle sue finalità.
Guido Scorza, AIIP, e tanti altri stanno evidenziando le definizioni che non definiscono per lasciare ampio spazio di discrezionalita' all'agcom che da mesi ha anche cambiato il regolamento e organizzazioni per essere pronta ad estendere le competenze che le verranno date. Lo abbiamo denunciato da tempo.
Ma cosa si rischia ?
E' vero che il modo in cui la direttiva viene recepita in Italia, con mille novità, lascerebbe il singolo libero di mettere un singolo video. Ma potrebbe farlo solo per caso.
La definizione e' tale che chi si muove un po' di piu' nei video potrebbe diventare una televisione.
Autorizzato dal ministero.
In contrasto con tutte le altre normative europee e persino quella stessa che viene recepita. Gli esperti stanno affilando le armi per far intervenire le istituzioni europee.
Ma se la normativa esce, nessuno sa ancora come verra' interpretata. Perche' non e' chiara (gli stessi comunicati di sei mesi fa contrastano con il testo attuale). E siccome sappiamo come si interpretano le leggi, temiamo che piu' che spiegare che si puo' ancora parlare tramite video sul web, si dira' che e' vietato farlo abitualmente.
E non mancheranno i costi.
Per i server all'estero sara' ancora piu' facile. La rete di controllo toglierà dal mercato italiano i provider non europei senza chiedere a nessuno.