Una cosa che nessuno sa, fuori dal mondo legale, e' che chiunque puo' scrivere qualunque cosa in un atto di citazione.
Anche cose totalmente infondate. Per questo ci si costituisce e si contestano le dichiarazioni.
La quantificazione in 20 milioni di euro e' da capire, non da evidenziare.
Perche', come ebbi occasione di dire qualche anno fa in una lista di avvocati, quantificare i danni su internet si fa senza dubbio con dei criteri che devono essere provati.
E il piu' delle volte dimostrano, se utilizzati, che il criterio puo' essere quantificato in qualche decina di euro, nella maggior parte dei casi.
Sono ben note invece tutte le volte che sono state fatte cause immotivate, o le cui motivazioni non erano proporzionate.
In questo caso non si sa nulla, ne' si potrà dire nulla prima di una sentenza.
Ma il fatto di chiedere 20 milioni di euro senza diffida, se vero, ad una associazione senza scopo di lucro deve far riflettere gli avvocati delle parti.
Una certezza si fa avanti: con motivazioni politiche tutti si sentiranno autorizzati di dire tutto di tutti, parlare di censura e di diritto di rettifica. Senza nulla aggiungere al fatto che e' uno solo: invece di cancellare la pagina, come avrebbero potuto fare rettificando subito, hanno citato per 20 milioni di euro. Sono fatti questi che vengono valutati dai giudici.
E tante altre storie potrebbero essere raccontate. Non ora, non qui in Italia.
In Italia vale ancora la normativa ecommerce che afferma la non responsabilità del vettore per quello che viene contestato. Come Telecom non risponde per molestie da parte di anonimi molestatori.
Al link sotto indicato le informazioni.