Diciamolo subito: e' una sentenza americana.
Alcune persone, spacciandosi per altre, umiliano una persona dopo averne carpito la fiducia, e questa si suicida.
La Eff sostiene che la violazione dei termini contrattuali non puo' essere alla base di un comportamento illecito penale.
Una tesi irrealistica in Italia.
Il codice penale italiano gia' copre ogni truffa, anche a distanza, non e' un problema di aver rispettato o meno le condizioni d'uso di un sito.
La tesi di EFF e' che e' pratica quotidiana impersonare altre persone su internet. Anzi, rientra nella tutela dell'anonimato.
Come vado al bar e posso dire di essere chi voglio, lo posso fare anche on line. Peggio per me, al massimo.
Ancora non sono note le motivazioni pero'.
George Wu e' il giudice della corte federale di Los Angeles, la normativa applicabile il Computer Fraud and Abuse Act del 1986.
Testo segnalato su punto informatico.
In Italia, lo anticipiamo, la qualificazione giuridica di un servizio, anche sotto il profilo civile, ha riflessi pacificamente penali. Si veda per la violazione del diritto d'autore, ma anche su mille altri casi tradizionali e non.