Facebook: come cambia la progettazione dei siti e delle condizioni contrattuali

Facebook, questo sconosciuto

Lo confesso: a lungo non sono stato su Facebook, dopo aver provato il mondo che offriva.

Oggi  (23.4.2009) mi sono attivato nuovamente, era il minimo andando ad una conferenza di sviluppatori per facebook. Vari amici mi hanno immediatamente salutato. Incredibile.

In questi mesi ho sentito parlare moltissimo della piattaforma, e me ne ero fatto una idea. Sbagliata.

Oggi gli spunti sono stati straordinari. Non c'e' possibilità di paragonare l'evento con altri giuridici, qui gli approfondimenti sono stati superiori su tutti i livelli.

Sotto il profilo di marketing, per scoprire che c'e' chi spende semplicemente per fare branding, e che non butta via i soldi.

Sotto il profilo della programmazione, per scoprire a che punto di integrazione si e' arrivati per corteggiare i programmatori ed offrire nuove opportunità.

Sotto il profilo dell'imprenditore, che puo' valutare cosa ha e cosa gli viene concesso, ivi compresi i diritti gestiti dalle condizioni contrattuali di un operatore straniero.

Sotto il profilo della diffamazione, per scoprire che opportune condizioni d'uso o termini autoesplicativi, unitamente a nuove soluzioni informatiche, dovranno spiegare agli utenti chi ha cosa, e come. Distribuire commenti sara' ancora piu' facile e impalpabile, e solo un occhio non attento potra' confondere le responsabilità, mentre un occhio attento sapra' individuarle opportunamente.

In generale, in una giornata straordinaria anche per gli straordinari compagni di viaggio, ho potuto capire il valore di una piattaforma non per pubblicare, ma per comunicare.

Ancora oggi si parla del web come di un luogo per pubblicazioni, quando la stessa Cassazione distingue i forum dai quotidiani. Dagli Usa  altri mi ricordano che il web non e' nulla di quanto e' esistito prima, nemmeno paragonabile.

Chi ancora vuole piegare il web a qualificazioni giuridiche deve  fare molta attenzione, per non esagerare in nessuna direzione.

Ma dire che al web non si applica alcuna legge e' pazzesco: quello che e' emerso oggi e' una complessità di rapporti contrattuali, informatici, sociali mai visti prima nella storia dell'uomo.

E non esagero. Ne parleremo ancora.